In meno di quattro decenni il pack al Polo Nord ha perso una superficie di ghiaccio pari a più di cinque volte l'estensione dell'Italia.
In meno di quattro decenni il pack al Polo Nord ha perso una superficie di ghiaccio pari a più di cinque volte l'estensione dell'Italia.A conferma che il 2015 è stato l'anno più caldo c’è un dato allarmante: lo spessore del pack al Polo Nord è passato da 3,5 metri a 1 metro.
Il National Snow and Ice Data Center dell'università di Boulder in Colorado (Nsidc) ha spiegato che la calotta di ghiaccio dell'Artico ha perso una superficie grande cinque volte l’Italia.
Nel corso del mese di marzo i ghiacci del Polo Nord hanno raggiunto un'estensione di soli 14,52 milioni quadrati di chilometri, ben 1,6 milioni meno rispetto 35 anni fa e 13.000 chilometri quadrati in meno rispetto al 2015.
La calotta artica si sta restringendo ormai dal 1979: si è ridotta di 1,2 milioni di chilometri quadrati rispetto alla media del periodo 1981-2010, il che significa che non si tratta di un'oscillazione casuale ma di un fenomeno inarrestabile.
Il pack tocca il suo massimo a marzo perché, dopo la contrazione del periodo estivo, torna ad estendersi in inverno ma quest’anno ha fatto troppo caldo: la temperatura dell'area artica è stata di 6 gradi più alta rispetto alla media e in alcune aree come quella a nord delle Svalbard è addirittura salita di 12 gradi.
Altro dato preoccupante riguarda lo spessore dei ghiacci: nel Polo Nord lo strato di ghiaccio si assottiglia di 6 centimetri all'anno: ora misura un metro mentre nel 1975 era di 3 metri e 59 centimetri e nel 2012 era già diminuito a 1 metro e 25 centimetri.
Il succedersi continuo dei record di caldo sta avendo ripercussioni impressionanti tanto che si è deciso di reagire: è da qualche anno che a livello globale la potenza elettrica è data dalle energie rinnovabili che ormai superano i combustibili fossili.
Un dato esemplificativo di questo cambiamento di tendenza è che nel 2015 per la seconda volta non c'è stato aumento delle emissioni di CO₂ perché c’è stata una diminuzione dell'uso del carbone, uno dei combustibili più inquinanti.
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