Plant Bottle è il nuovo contenitore in Pet riciclabile realizzato usando fino al 30% di materiali di origine vegetale anziché fossile.
Plant Bottle è il nuovo contenitore in Pet riciclabile realizzato usando fino al 30% di materiali di origine vegetale anziché fossile.Già i primi di agosto risultavano distribuiti 2,5 miliardi di Plant Bottle, le bottiglie realizzate con il 30% di materiale vegetale, per lo più canna da zucchero brasiliana.
La Coca Cola è entrata in pista nella corsa delle bioplastiche distribuendo le Plant Bottle in nove paesi e si è posta come obiettivo di completare la sostituzione entro il 2020. La Coca Cola pensa così di contribuire in maniera significativa all'abbattimento dell'impatto ambientale del packaging.
Ma c’è da chiedersi quante bottiglie si riescano effettivamente a riciclare. Secondo i dati in possesso il tasso di riciclo delle bottiglie in Pet sta sopra alla soglia del 50% e la multinazionale americana mira a recuperare direttamente metà delle bottiglie e delle lattine vendute entro il 2015.
Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente loda il fatto che aziende globali come la Coca Cola comincino a inserire nella plastica una quota di materiali di origine vegetale ma sostiene che non si debba fare confusione con il termine biobottiglia perché si tratta comunque di un oggetto capace di inquinare per un periodo molto lungo dato che non è biodegradabile.
L’inizio della competizione per la chimica verde e la forte spinta nel settore delle plastiche biodegradabili sono certamente positivi ma bisogna fare i giusti distinguo.
Ad esempio in Italia ci sono bioraffinerie molto avanzate, a basso impatto ambientale, che utilizzano scarti o prodotti locali, come quella di Eni Versalis e Novamont a Porto Torres o come quella di Mossi e Ghisolfi a Crescentino. Invece quella dell'Eni a Marghera è ad alto impatto ambientale perché usa olio di palma, una materia prima ricavata dalla deforestazione e trasportata per migliaia di chilometri.
Il settore delle bioplastiche sta crescendo molto velocemente: secondo l’Institute for Bioplastics and Biocomposites dell'Università di Hannover, il mercato globale è destinato a crescere nei prossimi anni a ritmi sostenuti, per arrivare a una capacità produttiva intorno a 6,2 milioni di tonnellate nel 2017, contro gli attuali 1,4 milioni di tonnellate. Gran parte della produzione, circa 5,1 milioni di tonnellate, sarà però costituita da plastiche non biodegradabili.
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