Al tasso di 140 campi da calcio ogni ora, quest’anno il disboscamento nella foresta amazzonica brasiliana ha raggiunto livelli senza precedenti.
Al tasso di 140 campi da calcio ogni ora, quest’anno il disboscamento nella foresta amazzonica brasiliana ha raggiunto livelli senza precedenti.Nel 2016 il disboscamento in Brasile è aumentato del 30%: sono scomparsi altri 8.000 kmq di Amazzonia, un’area grande come l’Umbria. Lo fa sapere l’Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (INPE) brasiliano che pubblica i dati sul tasso di deforestazione.
Rispetto al 2015 sono stati abbattuti il 30% di alberi in più, mentre rispetto al 2012, anno in cui il trend negativo sembrava invertirsi, l’aumento tocca addirittura il 50%. Nel 2015 erano stati disboscati 5.800 kmq di foresta pluviale, il +16% rispetto l’anno precedente ovvero il 2014.
Andando avanti di questo passo la deforestazione è destinata ad aumentare rapidamente: ecco perché il Brasile si è impegnato a ridurre, entro il 2020, l’80% delle emissioni imputabili alla deforestazione dell’Amazzonia e a ripristinare, entro il 2030, circa 12 milioni di ettari di terreno forestale.
La scelta di preservare le foreste è fondamentale per assorbire il carbonio emesso in atmosfera responsabile del riscaldamento globale e per preservare centinaia di migliaia di persone e animali, che ricavano dall’ecosistema amazzonico il loro sostentamento.
Purtroppo con la deforestazione in Brasile si contribuisce fino al 15% delle emissioni globali: la colpa ricade sull’allevamento intensivo e sull’agricoltura industriale soprattutto di soia.
Circa l’80% della deforestazione amazzonica proviene da attività illegali a testimonianza di come le autorità non siano ancora in grado di contrastare il fenomeno.
L’unico dato positivo del 2016 riguarda il Mato Grosso che ha visto scendere il tasso di deforestazione del 6%, dato vanificato purtroppo dall’aumento di oltre il 50% in stati come Amazonas, al confine con Perù, Colombia e Venezuela.
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