Sedie, maniglie, caffettiere. Ma anche bottiglie e interruttori della luce. Gli oggetti di design sono molto più comuni di quanto immaginiamo.
Sedie, maniglie, caffettiere. Ma anche bottiglie e interruttori della luce. Gli oggetti di design sono molto più comuni di quanto immaginiamo.Magari non tutti siamo appassionati di design, oppure pensiamo che gli oggetti di design non siano alla nostra portata. Ecco, questo è decisamente un falso mito da sfatare: letteralmente ogni giorno della nostra vita ci serviamo di oggetti progettati da grandi designer, e il fatto che questi siano stati prodotti su larga scala, tanto da diventare comuni (o addirittura, in certi casi, indispensabili) nel quotidiano non ne sminuisce il valore intrinseco. Siete curiosi di sapere quali sono? Ecco qui 10 esempi di oggetti di design che usiamo nel quotidiano.
Sedia n. 14 - Michael Thonet (1859)
Sedersi è decisamente uno dei più comuni gesti di tutti i giorni. Forse per questo motivo la sedia è tra quegli oggetti che più hanno solleticato la curiosità e l’ingegno di generazioni di designer e architetti. Pensiamo alla Chiavarina, o alla sedia pieghevole Plia prodotta da Anonima Castelli, o ancora ai modelli che Aldo Rossi creò per Molteni, come Milano. Non c’è però una sedia più classica della Thonet, prodotta dall’omonima azienda tedesca e progettata da Michael Thonet nel lontano 1859. Semplice nel design, all’epoca risultò particolarmente innovativa, in virtù della tecnica di realizzazione, che sfruttava il vapore per piegare il legno. E tuttora, la sedia Thonet (successivamente realizzata anche in materiali metallici) è un pezzo di design estremamente comune ed economico.
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Componibile - Anna Castelli Ferrieri per Kartell (1969)
Fa bella mostra di sé in moltissime case, spesso utilizzato come comodino, per via della sua presenza discreta, moderna e funzionale. Il sistema Componibile progettato da Anna Castelli Ferrieri per Kartell è realizzato in materiale plastico: i suoi tratti distintivi sono la forma circolare, la solidità, l’apertura a forma di asola (che sostituisce maniglie o pomelli) e, per l’appunto, come il nome suggerisce, la componibilità. Sta quindi a noi, che lo utilizziamo nel quotidiano, scegliere quanti elementi sovrapporre, per comporre il nostro comodino/tavolino o per qualsiasi altra funzione contenitiva ci serva di soddisfare.
Maniglia Lama - Gio Ponti per Olivari (1956)
C’è forse qualcosa di più comune e quotidiano di una maniglia? La grandezza dei designer si ritrova anche in questo, ossia nella capacità di immaginare e di rendere semplici e belle le cose di cui ci serviamo tutti i giorni. La maniglia Lama porta la firma di uno dei giganti del design italiano: Gio Ponti. Nel 1956 l’architetto stava lavorando alla progettazione del “Pirellone” (il grattacielo Pirelli nel cuore di Milano, sede del Consiglio Regionale della Lombardia) e creò anche un altro grande design, sebbene di dimensioni infinitamente più piccole. Lama (un oggetto a marchio Olivari) si presenta come una sottile quanto decisa presa di posizione: è la forma della mano a doversi adattare a quella della maniglia, non il contrario.
Contatore - Michele de Lucchi per Enel (2001)
La maggior parte di noi si accorge di lui solo quando va via la corrente, o quando bisogna dare la lettura del contatore, eppure anche il contatore che tutti abbiamo in casa è un oggetto di design. Anche se averlo non è una scelta, le sue forme lineari sono frutto di studio, nate dalla creatività di Michele de Lucchi. Display e interruttore sono separati, una soluzione che sembra scontata ma che racconta, invece, di una delle missioni più nobili del design: quella di semplificarci la vita.
Moka 9090 - Richard Sapper per Alessi (1979)
C’è chi il caffè lo preferisce espresso, e chi invece non sa fare a meno della moka. Alternativa alla classica Bialetti in alluminio, la moka 9090 Alessi in acciaio ha vinto il Compasso d’oro nel 1979 ed è stata esposta al MoMa di New York. Venne progettata da Richard Sapper (un designer che ha a lungo collaborato con il marchio piemontese leader gli accessori per la tavola in acciaio), partendo da un’intuizione davvero geniale: che una caffettiera potesse essere montata (e smontata) con una mano sola. La 9090 è realizzata interamente in acciaio ed è stata progettata con un particolare sistema a incastro che ne impedisce l’esplosione. Nel 2021 ne è stata realizzata una versione in edizione limitata, con manico rosso forato, per celebrare i 100 anni di Alessi.
Bottiglia del Tamarindo - Romolo Castiglioni per Carlo Erba (anni Cinquanta)
Il tamarindo è un ingrediente sofisticato per ricette d’alta cucina (provate a cimentarvi con il Soufflé nori e tamarindo di Isabella Potì), ma anche indispensabile per ogni barman che si rispetti, anche tra le quattro pareti di casa. La bottiglia del Tamarindo Erba è stata disegnata da Romolo Castiglioni, artefice di un packaging capace di resistere, con il suo fascino rétro, ai dispetti del tempo.
Bottiglia Campari Soda - Fortunato Depero per Campari (1932)
Rimaniamo in ambito bevereccio con la iconica (e conica) bottiglia del Campari Soda, piccolo capolavoro futurista di Depero, ai tempi della sua lunga e prolifica collaborazione con Campari. Un design inedito, inconfondibile e destinato a un uso assolutamente comune. La forma geometrica ricorda quella di un bicchiere rovesciato ed è enfatizzata dal colore rosso del liquido contenuto nella bottiglietta, per l’appunto il Campari Soda. Un design che, a sua volta, ha ispirato il lavoro di altri artisti, come il paralume creato da Raffaele Celentano per Ingo Maurer nel 2002, utilizzando bottiglie di Campari Soda riunite su un supporto rotondo.
Cucciolo - Makio Hasuike per Gedy (1974)
Per essere funzionale, è funzionale. Ma possiamo dire che uno scovolino per WC sia anche bello? Sì, nel caso di Cucciolo, un oggetto che in tanti abbiamo posseduto o trovato in casa d’altri, in uffici e locali pubblici. Bello, tanto da essere esposto fin dal 1977 al MoMa di New York. Insignito negli anni di numerosi premi, il designer giapponese Makio Hasuike è stato uno dei pionieri del design industriale in Italia, e per l’azienda di accessori per il bagno Gedy ha realizzato negli anni ‘70 un pezzo dal design innovativo, pratico, ergonomico ed ergonomico. Monomateriale, Cucciolo ha una particolare forma dalla base inclinata, che facilità le operazioni di pulizia e garantisce stabilità al prodotto.
Interruttore Rompitratta - Achille & Piergiacomo Castiglioni per Vlm (1968)
Una rivoluzione che fa “clic”: facile come bere un bicchier d’acqua, o meglio, come accendere un’abat-jour. Se pensiamo a Castiglioni (Achille), probabile che di primo acchito ci vengano in mente oggetti ben più blasonati, idolatrati e costosi, come le lampade Arco, Parentesi o Taccia, tutte e tre realizzate per Flos. Il filo conduttore con l’interruttore Rompitratta trasmette anche in questo caso elettricità, ma in modo decisamente meno glamour. Questo oggetto così umile e funzionale, entrato nelle case di milioni di persone, trae le sue origini sono nelle menti di due tra i più famosi creativi italiani: Achille Castiglioni era particolarmente orgoglioso del successo modestamente esagerato di questo piccolo oggetto.
Telefono Sirio 2000 - Pininfarina per Telecom Italia (anni ‘90)
La linea fissa sta progressivamente scomparendo dalle nostre case, ma se avete ancora un apparecchio telefonico, c’è una buona probabilità che questo sia il Sirio 2000. Un telefono di facile utilizzo, ma (per i tempi in cui fu introdotto) alquanto innovativo: rispetto al modello precedente, infatti, grazie al display permette di visualizzare il numero del chiamante e una serie di funzionalità aggiuntive, tra cui l’avviso di chiamata. Anche se oggi queste caratteristiche ci sembrano far parte di una “preistoria” tecnologica, il telefono Sirio 2000 è un oggetto di design ancora rassicurante, che continua a trasmetterci un senso di casa. “Telefono - casa”, proprio come in un vecchio spot pubblicitario.
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