La giornalista della Cnn ha pubblicato una foto che la ritrae incinta tra le rovine di Kharkiv, scatenando numerose polemiche.
La giornalista della Cnn ha pubblicato una foto che la ritrae incinta tra le rovine di Kharkiv, scatenando numerose polemiche.«Il mio lavoro è uscire per le strade e sentire che cosa pensa la gente e raccontare che cosa sta succedendo». E poco importa se sei incinta al quinto o al sesto mese perché, come spiega Clarissa Ward, non ci possono essere pareti che separano l'essere madre o futura tale dall'essere una giornalista corrispondente di guerra. La sua foto di profilo, con il pancione in vista, tra le rovine di Kharkiv è stata condivisa a lungo sui social.
Ha raccontato Iraq, Libano, Yemen, Siria come reporter di guerra. Ha raccolto le sue esperienze nel libro On all fronts. The education of a journalist (Penguin Books). Ma la maternità ha cambiato Clarissa, permettendole di vivere con maggiore intensità le esperienze al fronte. «Puoi essere una donna, una madre e una corrispondente di una guerra. Puoi vivere la maternità e i sentimenti che ne conseguono ma anche raccontare conflitti».
Chi è Clarissa Ward
Nata a Londra il 31 gennaio 1980 da padre inglese e madre americana, Clarissa Ward decide di diventare giornalista dopo l'11 settembre. Come poteva accardere una cosa del genere? Voleva capirlo e raccontarlo. Era il suo ultimo anno a Yale. Da quella scintilla, la sua tenacia e il suo talento le hanno permesso di lavorare nei più grandi network americani: Abc, Cbs, Fox.
Ha raccontato così il conflitto tra Israele e Palestina, la guerra civile in Siria, la cattura di Saddam Hussein, lo tsunami dell'Oceano Indiano nel 2004, fino alla morte di Yasser Arafat e di Papa Giovanni Paolo II. Clarissa fa il suo ingresso in Cnn nel 2015, iniziando a coprire l’Afghanistan prima del ritiro delle truppe americane ad agosto 2021.
Nel novembre 2016 si è sposata con il gestore di fondi Philipp von Bernstorff e ha due figli: Caspar di due anni, ed Ezra di quattro. Attualmente è in attesa del suo terzo figlio che, come ha annunciato a People, sarà un maschietto. «Sono figlia unica. Quindi ho sempre amato l’idea di avere una grande famiglia», ha spiegato in una recente intervista.
Il vantaggio di essere una corrispondente di guerra donna
Essere una donna non l'ha mai fatta sentire debole o svantaggiata. Anzi, è convinta che le corrispondenti di guerra possano avere un grande vantaggio: poter parlare con le donne. «Come donna ho accesso all’altro 50 per cento della popolazione, cosa che i miei colleghi maschi non possono avere. E le donne sono una miniera d’oro di informazioni».
In più, usa abiti locali, cercando di attirare l'attenzione il meno possibile, per la sua sicurezza e per la possibilità di passare inosservata. Sa come presentarsi in studio, vestita in modo elegante e femminile. Ma la sua vera natura è negli stivali da combattimento e nel giubbotto antiproiettile che indossa quando è sul campo.
La scelta di andare incinta al fronte
Clarissa ha scelto di andare in Ucraina per girare uno speciale sul primo anniversario dell'invasione della Russia, che cade il 24 febbraio 2022. Non ha scelto la prima linea e ha preso le sue precauzioni. «Sarà piuttosto impegnativo con i viaggi e il freddo intenso. Ma migliaia di ucraine vivono la stessa esperienza», ha aggiunto.
Tuttavia, la sua scelta ha scatenato anche diverse polemiche. C'è chi le ha fatto notare che le donne ucraine sono costrette a correre i rischi a cui lei sceglie deliberatamente di sottoporsi. Inoltre, il suo gesto può essere controproducente per tutte le donne che con fatica hanno conquistato il diritto ad essere tutelate e a lavorare in sicurezza durante la gravidanza. È come se la sua scelta spingesse le altre donne ad alzare l'asticella professionale, mettendosi a rischio.
Gli effetti della gravidanza sul lavoro
«Da quando sono madre - spiega Clarissa a Francesca Mannocchi su La Stampa - sono emotivamente più esposta e più sensibile alle sofferenze degli altri, tendo ad essere più fisica, ad abbracciare di più le persone, ad essere più coinvolta dalle storie di sofferenza delle persone normali». Inevitabilmente cambia il modo di raccontare le aree martoriate dalla guerra: i fatti si mescolano all'intensità. I colori del dolore si accendono anche al di là della telecamera.
Ma c'è un altro effetto collaterale, che non ha niente a che vedere con la gravidanza, ma solo con il fatto di essere umani. Fare il corrispondente di guerra significa guardare in posti dove la gente normalmente non ha voglia di guardare. Nella sofferenza. Tra le macerie. A due passi dalla disperazione. Tutto il mondo come lo si conosceva prima diventa insulso, inutile.
«L’altro prezzo che paghi è che puoi sentirti molto sola, per quanto ami le persone, la tua famiglia, i tuoi amici c'è un dato. Loro non sono mai andati in zone di guerra e non ci andranno mai e c’è una grande parte di te che non potranno mai comprendere completamente». Per questo sottolinea l'importanza di passare del tempo da sola: tornare da qualcosa di così intenso può essere complicato da gestire.
Trovare l'equilibrio secondo Clarissa Ward
Clarissa ha spiegato anche che a volte, come mamma, sbaglia. Dimentica un appuntamento legato alle attività dei figli. Oppure, semplicemente, si sente in colpa perché sta troppo tempo lontana da loro. Tuttavia, trovare l'equilibrio è possibile ed è quello in cui l'amore per il mio lavoro può convivere con le sue responsabilità.
«Alla fine ho fatto pace con tutto questo, ho capito che per essere la migliore madre possibile, la madre più presente possibile, devo essere chi sono. Ed essere chi sono significa sapere che ci sono dei momenti di sconforto. Fa schifo stare lontano dai propri figli per un periodo lungo di tempo, è doloroso.[...] Penso anche per i nostri colleghi che sono padri vivano lo stesso dolore, non abbiamo il monopolio sul fatto di sentire la mancanza dei nostri figli. Penso che noi donne affrontiamo molti più giudizi». Le madri sono in guerra contro quei giudizi da secoli. Forse è il momento di dare e darsi una tregua.
Credit Photo: CNN.com