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Carlo il Re nonno che non ha rinunciato né alla Corona né a Camilla

Abbiamo bisogno di favole e Carlo III e Camilla non sono quello che si può definire un Re e una Regina da favola, gli manca lo slancio verso il domani, la purezza di un amore che può dirsi esclusivo e quel pizzico di giovinezza che porti con sé la promessa di un lungo futuro. Insomma manca la favola a fare della monarchia magia!

Abbiamo bisogno di favole e Carlo III e Camilla non sono quello che si può definire un Re e una Regina da favola, gli manca lo slancio verso il domani, la purezza di un amore che può dirsi esclusivo e quel pizzico di giovinezza che porti con sé la promessa di un lungo futuro. Insomma manca la favola a fare della monarchia magia!

La Regina Elisabetta indossò la corona del Regno d’Inghilterra, ereditata dal padre Giorgio VI, all’età di 25 anni, era una Regina-Mamma e la sua immagine è stata lungamente quella di una sovrana contornata da figli.

Durante il suo regno, Elisabetta ha generato e partorito due dei suoi quattro figli, Carlo e Anna sono nati quando era ancora principessa, Andrea ed Edoardo, invece, quando già era Regina.

Elisabetta II, la Regina mamma e Carlo III, il Re nonno

Elisabetta, contrariamente all’uso antico di nascondere la gravidanza delle teste coronate evitando di mostrarsi in pubblico durante la gestazione, visse la sua maternità anche esponendosi, sebbene con un abbigliamento sempre consono e sobrio.

È celebre una foto che la ritrae mentre, incinta di otto mesi del suo 3° figlio, il principe Andrea, passeggia con Filippo, Carlo e i suoi amati cani. Correva il 1960.

Carlo  ha lungamente atteso di sedere sul trono, ha aspettato di diventare Re più di quanto non sia mai accaduto a nessun altro erede nella storia dell’Inghilterra, e si presenta oggi come un Re-Nonno: il prossimo 14 novembre sulla sua torta di compleanno ci saranno ben 74 candeline.

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Da una Regina-Mamma, Elisabetta, a un Re-Nonno, suo figlio Carlo. Ed ecco perché in molti avrebbero preferito William sul trono d’Inghilterra.

Un Re anziano non lascia sperare in un regno lungo, la favola parte con un certo svantaggio! Non dà nemmeno idea di freschezza, la monarchia, che è già un istituzione antica capace di far discutere, sembra ancora più vecchia, se non appesantita.

Quanto Carlo è lontano da Elisabetta, ma anche da William e dalla favola dei Re

Carlo III non ha scelto di chiamarsi Giorgio come il suocero, nome che in molti auspicavano come possibile segnale di continuità con una monarca amata; non ha neanche vagamente fatto accenno alla possibilità di cedere il passo al figlio quarantenne, atto che per moltissimi avrebbe significato svecchiamento, innovazione, apertura.

Tutto ciò senza considerare che porta con sé sul trono inglese Camilla, la donna alla quale non ha saputo mai rinunciare, nemmeno al prezzo di una lacerazione familiare che, al di là di aver scosso la storia della monarchia inglese, segna ancora la vita dei figli; in particolare Harry sembra ricordare la mamma in molto del suo essere (oramai del suo essere un ex Principe).

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Certamente lo scenario dell’ immaginario comune sarebbe stato differente con William al trono: lui avrebbe dato all’Inghilterra un Re-Padre; si sarebbe imposto come il figlio cresciuto secondo gli insegnamenti della Nonna e avrebbe potuto rappresentare continuità ma anche innovazione. Soprattutto, avrebbe dato all’immaginario collettivo una Regina da favola: Kate.

Chaterine Middleton è una Principessa modello, quella che le mamme raccontano alle figlie nelle favole

Kate (Chaterine all’anagrafe) ha catturato il cuore di William fuori dal recinto della monarchia, ha rotto gli schemi senza destabilizzare gli equilibri di Palazzo, ha atteso, ha attratto, ha amato. Oggi è mamma tris e mantiene con correttezza ed eleganza il suo ruolo pubblico coordinando due famiglie di cui una è regale e una comune, benestante, colta, educata, ma pur sempre borghese.

Lei sarebbe la Regina perfetta, una nuova regina del popolo già solo per estrazione sociale.

E Camilla?

Portando Camilla sul trono, Carlo è ricaduto nella trappola del suo “matrimonio un po’ affollato”, come lo definì Diana alla Bbc durante la storica intervista che mise Lady D. contro la Corona inglese.

Carlo e Camilla insieme non possono non ricordare Diana, con la sua memoria si abbatte, di nuovo, su Carlo lo spettro del tradimento.

Impossibile che oggi non ritorni a galla la memoria del fatto che Carlo sposò una giovane illibata e bellissima, delicata e fragile, com’era Diana ,mentendo sui suoi sentimenti e nascondendo la relazione mai interrotta con Camilla. Carlo, in questa storia di sofferenze e amore negato, appare come colui che tradì per primo e consapevolmente.

Il trono d’Inghilterra è al momento “un po’ affollato” come lo fu il matrimonio con Diana, è un trono a 3 perché l’immagine della Principessa del Popolo si riaffaccia alla memoria comune stimolando la domanda: “Che Regina sarebbe stata Diana?”.

Insomma, se il Re fosse stato William questa stessa domanda non avrebbe trovato spazio perché la favola avrebbe rispettato ogni modello e ruolo e tutti sarebbero stati nel posto “giusto”, quello in cui l’immaginario li colloca per loro fisionomia e natura. Adesso la fiaba è rovinata irrimediabilmente?!

Carlo III: il Re-Nonno non è un personaggio da favola

Diciamolo pure e senza timore di apparire irriverenti: le monarchie evocano la fantasia e questa evocazione è un loro punto di forza. Sfarzo, potere, saggezza, bellezza, luccichio sono parte della storia di un Re e di una Regina, soprattutto oggi in un mondo che deve fare i conti con una rinnovata richiesta etica, con un’informazione veloce che si veicola attraverso canali più difficili da controllare.

A discapito di ciò che si pensa, nessuno di noi ha smesso di sognare e di riporre fiducia nelle favole! Tuttavia qualcosa è certamente cambiato tanto che riesce ad essere fortemente evocativo e catalizzante più un Principe in fuga per amore, come Harry,che non un Re seduto su un trono appesantito da troppi carichi e trascorsi.

Basti pensare alle emozioni suscitate da Harry e Meghan con l’intervista rilasciata a Oprah Winfrey.

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Insomma le critiche mosse a Carlo III, che vanno dalla scelta del nome ai modi, dall’età al ricordo di Diana, sembrano convergere tutte su un unico nodo: questo Sovrano e la sua Regina non alimentano i sogni del popolo (il popolo del mondo e non solo di quello inglese). Siamo abituati a credere che la componente del sogno sia qualcosa che appartiene alla vita dei bambini, invece se ne nutre anche il nostro fanciullo interiore.

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Foto: LaPresse