Attrezzi: Tegame, mestolo forato, piatti
Procedimento per le uova
Per fare le uova alla benedict si procede, prima di tutto, con la preparazione delle uova in camicia
- Riempite un tegame d'acqua fino a due dita dal bordo (circa 2 litri) e mettete sul fuoco con una piccola aggiunta di aceto
- Mentre aspettate che l'acqua bolla, fate leggermente abbrustolire le fette di pane
- Rompete ogni uovo in una tazzina separata
- Quando l'acqua bolle mescolatela con un cucchiaio, in senso orario, formando una specie di mulinello.
- A questo punto versate il primo uovo e fatelo cuocere per 3 minuti.
- Scolate l'uovo delicatamente con un mestolo forato e appoggiatelo su un piatto, asciugate dell'acqua in eccesso con un po' di carta da cucina
- Ripetete il mulinello e la cottura di ogni uovo
Impiattamento
Per completare la preparazione delle uova alla benedict è necessario arricchirle con la salsa olandese, una preparazione di base raffinata ma corposa, perfetta per accompagnare il nostro piatto. E allora ecco come procedere: abbrustolite il pane in padella, cospargetelo di salsa olandese e adagiatevi sopra l'uovo in camicia, aggiungendo un altro po' di salsa. A questo punto servite il piatto con una spruzzata di pepe e decorando il tutto con l'erba cipollina. Le uova alla benedict sono pronte per essere gustate e il vostro brunch americano è servito!
Foto Natthapon Ngamnithiporn © 123RF.com
Uova alla benedict con il Bimby
Se avete la fortuna di avere il Bimby, potrete usarlo per cucinare le uova alla benedict, partendo prima di tutto dalla salsa olandese. Sarà sufficiente aggiungere tutti gli ingredienti della salsa e cuocere per 5 minuti a 70° a Vel. 2.
Per fare le uova in camicia con il Bimby, invece, sarà sufficiente riempire il boccale con abbondante acqua (un litro circa) e inserire poi il cestello all'interno. Le uova vanno inserite nel cestello complete di guscio, facendole poi cuocere 43-45 minuti a 60°, a vel. 3. Una volta cotte, sarà sufficiente picchiettare sulla parte superiore del guscio per romperlo, facendo poi scivolare le uova sul pane abbrustolito e la salsa olandese.
Varianti delle uova alla benedict
Fatta una ricetta, ne nascono innumerevoli varianti, soprattutto quando di mezzo ci sono le uova. Anche le uova alla benedit possono essere modificate in moltissime versioni, qui di seguito trovate suggerimenti golosi e gustosi.
Uova alla benedict light
Anche se non sembra, l'uovo alla benedict con salsa olandese è un piatto molto ricco dal punto di vista dei nutrienti. Se state cercando di limitare l'introito calorico e volete portare in tavola una versione di uova alla benedict light dovrete alleggerire il piatto agendo senza dubbio sulla salsa olandese. Sarà sufficiente sostituire il burro con lo yogurt per ottenere una salsa ugualmente gustosa ma più leggera. Le dosi sono presto dette: ogni due uova vanno aggiunti 100 grammi di yogurt senza zuccheri aggiunti.
Con l'avocado
Le uova alla Benedict possono essere arricchite con altri ingredienti capaci di sposarsi alla perfezione con l'uovo e il pane. Le uova alla Benedict con avocado, per esempio, sono davvero semplici da preparare. E' sufficiente tagliare l'avocado a fettine e irrorarlo con qualche goccia di lime. A questo punto, una volta cotto l'uovo, procedete a formare gli strati: il pane, le fette di avocado, l'uovo e infine a salsa olandese.
Con gli asparagi
Altra variante sono le uova alla Benedict con gli asparagi. Sicuramente, in questo caso, la preparazione è più lunga perché oltre all'uovo dovremo anche pulire e cuocere gli asparagi. Gli asparagi, tuttavia, vanno semplicemente lessati in acqua bollente, quindi non perderemo molto tempo in più. Una volta pronti tutti gli ingredienti dovremo solo impiattare e formare gli strati, come già fatto con l'avocado.
Con il salmone
Per far incontrare i sapori della terra a quelli del mare, si può provare un accostamento golosissimo portando in tavola le uova alla benedict con salmone. Per non appesantire troppo il piatto vi consigliamo di sostituire totalmente il prosciutto con il salmone, optando decisamente per il carpaccio. In base ai vostri gusti, poi, potrete optare per il salmone al naturale o, al contrario, per quello affumicato.
Conservazione
Le uova alla benedict andrebbero consumate al momento. La salsa olandese, una volta fatta, deperisce infatti molto velocemente, perché a base di uova. Va quindi conservata per un giorno al massimo in frigorifero, riposta in un contenitore ermetico.
Calorie e valori nutrizionali
Benché sembri un piatto non troppo elaborato, in realtà le calorie delle uova alla benedict possono essere piuttosto alte. La "colpevole" è soprattutto la salsa olandese, decisamente ricca e grassa a a causa della presenza, già citata, del burro.
Una porzione, infatti, contiene circa 430 kCal e ben 33 grammi di grassi, ovvero il 48% circa della razione giornaliera raccomandata. Si tratta comunque di un piatto proteico che apporta, con una sola porzione, circa 18 grammi di proteine.
Perché si chiamano uova alla benedict?
Concludiamo questa ricetta con una curiosità sulle uova alla benedict: perché si chiamano così? In realtà la storia è parecchio intricata, tanto che il piatto è stato anche oggetto di battaglie legali.
Secondo alcuni, le eggs benedict nascono da una precisa famiglia di Edimburgo, i Benedict che, tra le altre cose, sono stati anche protgonisti di un processo con il quale si intendeva diffidare chiunque dall'utilizzo del nome del piatto che, stando alle loro parole, apparteneva alla loro famiglia dal 1794.
Secondo altri è un piatto di origine newyorkese e precisamente di un risortante a Wall Street chiamato Delmonico's. Qui facevano abitualmente colazione Mr e Mrs Le Grand Benedict. Un giorno del 1860 la signora volle qualcosa di diverso e propose un piatto con le uova in camicia che, ancora oggi, troneggia nel menù.
Ultimo possibile inventore delle uova alla Benedict è Lamuel Benedict che, durante un soggiorno all'Hotel Waldorf Astoria di New York, chiese di preparare un toast con sopra un uovo in camicia, bacon e salsa olandese per smaltire i postumi di una pesante sbornia.
Insomma, i predetendenti al trono sono davvero molti e l'origine del piatto e del suo nome si perde ormai nella leggenda. Ma, in fondo, la cosa importante è solo una: che la ricetta sia arrivata ai giorni nostri!
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