La paprica è un spezia aromatica dalle mille qualità e simbolo dell'Ungheria, scopriamo insieme come impiegarla!
La paprica è un spezia aromatica dalle mille qualità e simbolo dell'Ungheria, scopriamo insieme come impiegarla!La paprica o paprika, anche se può stupirvi, non è altro che una miscela di peperoncino, o meglio la polvere ottenuta dalla macinazione dei frutti secchi, di una delle moltissime tipologie di peperoncino che esistono nel mondo.
I peperoncini utilizzati sono aromatici e dal gusto dolciastro, privi di piccantezza. Il colore va dal rosso-arancione al rosso porpora con toni bruni.
- Ne esistono due tipi: la paprica dolce e la paprica forte, anche se l'aggettivo si riferisce al colore e non alla piccantezza che è la stessa, cioè quasi nulla
Originaria dei Paesi asiatici, la paprica si è diffusa in tutto il mondo e nel Mediterraneo fino ad arrivare a noi, ma in tempi piuttosto recenti. In termini botanici la paprica fa parte della grande famiglia delle Solanacee, ovvero dei peperoni e in particolare della specie Capsicum annuum, anche se nel mondo c'è un po' di confusione sull'argomento.
- In Spagna ad esempio la paprica corrisponde al Pimiento, però la parola Pimiento per gli spagnoli definisce in generale il peperoncino, allo stesso modo di come accade in Ungheria, il Paese che secondo alcuni avrebbe diffuso l'utilizzo della paprica in Europa e che resta uno dei grandi produttori di questa spezia, tanto che la migliore qualità di paprica è prodotta proprio in Ungheria
- Negli Stati Uniti invece, come da noi, la paprica corrisponde al peperoncino aromatico non piccante, mentre quello piccante, nelle sue diverse tipologie, viene chiamato chili, come anche in Messico e nei Paesi dell'America Latina. Il chili corrisponde in molti Paesi al pepe di Cayenna. Se vuoi approfondire leggi la scheda dedicata al peperoncino.
In realtà la pianta Capsicum ha cinque grandi sottospecie da cui si ricavano molti tipi di peperoncino, di sapore e piccantezza variabile. Sembra che nel mondo esistano almeno 100 cultivar diverse del Capsicum.
Per produrre la paprica, i frutti della pianta vengono raccolti e lasciati riposare al buio per due settimane. Poi vengono lavati, essiccati e infine macinati, talvolta insieme alla parte interna a cui sono attaccati i semi.
Vengono scaldati leggermente per esaltarne l'aroma. E' in questa fase che la colorazione finale varia dal chiaro allo scuro, a seconda di quanto vengono cotti i frutti. Un passaggio cruciale perchè l'eccessivo calore può danneggiare l'aroma.
Composizione:
La paprica, come tutti i peperoni e peperoncini contiene un ottimo contenuto di vitamine dalla A alla J, sali minerali, proteine, carboidrati, grassi e zuccheri naturali. Importante il contenuto di Vitamina C, Beta carotene e preziosi antiossidanti tra cui Luteina e Zeaxantina e aminoacidi.
Proprietà:
Tra le principali qualità della paprica la funzione anti-ossidante e anti-tumorale e le sue proprietà benefiche per la vista, grazie all'alto contenuto di vitamina A in associazione con la Luteina, un pigmento rosso che ha importantissime funzioni per la salute degli occhi. La paprica ha qualità toniche e stimolanti anche sull'apparato digerente e sembrerebbe essere efficace anche contro la febbre e le malattie da raffreddamento. Leggi anche come curarsi col peperoncino
Utilizzo:
La paprica, sia dolce che forte, viene utilizzata soprattutto per il suo aroma delicato e per aggiungere colore ai piatti.
- Si utilizza per carni, pesci, arrosti, formaggi, torte salate e pane
- Spesso viene utilizzata per decorare i piatti, spolverandone piccolissime quantità sul bordo dei piatti o accanto ai cibi
- Può essere utilizzata anche per la sua funzione colorante, nella preparazione di salse e intingoli o per colorare lievemente impasti salati
Conservazione:
Come tutte le spezie, per mantenere al meglio l'aroma e le proprietà della paprica è meglio conservarla in un barattolino di vetro ben chiuso, in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce del sole. Acquistatene piccole quantità per volta in modo di avere sempre un buon aroma.
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