La Lipu ha depositato 50 mila firme per chiedere l’abolizione della pratica di usare come richiami vivi piccoli uccelli migratori
La Lipu ha depositato 50 mila firme per chiedere l’abolizione della pratica di usare come richiami vivi piccoli uccelli migratori Ad inizio aprile la Lipu ha depositato 50mila firme in Parlamento a favore di un emendamento alla legge europea che cancelli la cattura e l’utilizzo dei richiami vivi nella caccia.
Ogni anno oltre 50mila uccelli vengono catturati con delle reti e poi rinchiusi in piccole gabbie dove vengono imbottiti di steroidi e anabolizzanti e tenuti al buio per mesi: ciò fa si che perdano la percezione del tempo e poi riportati alla luce cantino fuori stagione convinti che sia giunta la primavera. Ma non è tutto: gli uccelli vengono anche privati delle penne, strappate per indurre una muta artificiale.
Quasi la metà degli uccelli catturati e sottoposti a queste torture muore dopo i primi due giorni, quelli che sopravvivono vengono usati nella caccia come esca per prede più grandi
Esiste già una direttiva comunitaria che vieta negli Stati membri la cattura di uccelli selvatici ma purtroppo non tutti i paesi riescono a rispettarla: l’Italia ad esempio ha trasgredito più volte tale direttiva infatti già nel 2010 la Commissione europea ha aperto un’indagine per stabilire cosa accade nel nostro Paese.
E’ diventato dunque urgente agire per eliminare con una legge europea questa pratica che provoca indicibili sofferenze a migliaia di piccoli uccelli migratori. L’emendamento alla legge Europea 2013 presentato da Lipu-Birdlife ha determinato l’attenzione nell’opinione pubblica e ha coinvolto numerosi parlamentari europei di tutti gli schieramenti.
Come sostiene Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia «è fondamentale che il governo, il ministero dell’Ambiente, il relatore e tutti i deputati, sostengano l’emendamento presentato e lo approvino rapidamente, per il bene della natura, del diritto, della nostra stessa dignità e per far risparmiare all’Italia pesanti sanzioni a livello comunitario».
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