Secondo una ricerca australiana il numero dei pesci nel mare è superiore al previsto.
Secondo una ricerca australiana il numero dei pesci nel mare è superiore al previsto.Dall’Australia arrivano buone notizie: in base ad un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori della University of Western Australia il numero di pesci in mare sarebbe superiore al previsto e addirittura la maggioranza di essi non sarebbe mai stata pescata.
Secondo gli scienziati australiani, guidati da Carlos Duarte i pesci mesopelagici, che vivono fra 100 e 1000 metri sotto la superficie, costituiscono il 95% della biomassa mondiale ittica e non sono mai stati raggiunti dalla pesca marittima.
Nella zona mesopelagica, che si estende tra i 200 e i 1000 metri di profondità sotto il livello del mare, vivono animali come pesci spada, calamari, anguille lupo, seppie e altre creature semi-abissali.
In questa zona la temperatura varia dagli oltre 20 °C della parte superiore ai 4 °C del confine con la zona sottostante.
La ricerca oceanografica è stata condotta eseguendo una spedizione a bordo della nave Hesperides che ha circumnavigato il pianeta per sette mesi ed è giunta ad ipotizzare che il segreto del successo dei pesci mesopelagici potrebbe risiedere nella loro abilità di eludere le reti da pesca.
Questi pesci sarebbero 30 volte tanto quanti si pensava che fossero e tale scoperta comporterebbe importanti risvolti anche in chiave climatica nel senso che si potrebbero avere ricadute sul modo in cui carbonio e ossigeno fluiscono negli oceani.
Infatti i pesci mesopelagici, effettuando una migrazione verticale, cioè salite e discese di profondità con la fase più superficiale dedicata a nutrirsi e quella più profonda ad espellere gli escrementi, provocherebbero un’accelerazione del trasferimento di carbonio dalla superficie alla profondità.
Dunque se i pesci sono più di quanto ipotizzati, questo trasferimento sarebbe diverso dal previsto, con tutto quello che questo comporta in termini di assorbimento del carbonio da parte degli oceani.
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