Lo squalo bianco, il temibile predatore degli oceani, ha una vita tre volte più lunga di quanto si credesse: pare infatti possa vivere fino a 70 anni
Lo squalo bianco, il temibile predatore degli oceani, ha una vita tre volte più lunga di quanto si credesse: pare infatti possa vivere fino a 70 anniLo squalo bianco, il più temibile tra i predatori degli oceani può vivere fino a 70 anni.
A stabilirlo è un recente studio eseguito con il metodo del radiocarbonio dalla Woods Hole Oceanographic Institution (Whoi) e pubblicato su PlosOne.
Le analisi sono state effettuate sulle vertebre di quattro esemplari maschi e quattro femmine di squalo bianco dell’oceano Atlantico nord-occidentale e hanno stabilito che i maschi possono arrivare ad un'età di 73 anni mentre le femmine vivono fino a 40 anni.
La ricerca, sotto la supervisione del professor Li Ling Hamady, è stata condotta con un rivoluzionario sistema di datazione che utilizza il carbonio radioattivo prodotto durante i test atomici eseguiti negli anni Cinquanta-Sessanta incorporato nei tessuti degli organismi marini viventi in quel periodo.
Le ricerche, eseguite in precedenza su esemplari di squalo bianco presenti nell’oceano Pacifico sud-occidentale, avevano stabilito invece un’età massima di 23 anni perché consideravano la deposizione annua delle bande di crescita delle vertebre.
L’età dei pesci viene stabilita analizzando la crescita nei tessuti mineralizzati, come le ossa dell’orecchio, le vertebre e i raggi delle pinne
Questi tessuti crescono per tutta la vita presentando di anno in anno degli anelli di crescita simili a quelli degli alberi. Nel caso degli squali bianchi però questo metodo di misurazione risulta difficile perché gli strati di tessuto possono essere più stretti e le bande di crescita non necessariamente sono annuali.
Invece il metodo del radiocarbonio ha permesso ai ricercatori di determinare in maniera inconfutabile l’effettiva età dell’animale che risulta così essere tra le più longeve specie di pesci cartilaginei.
Si tratta di una scoperta incredibile perché riuscire a capire esattamente la longevità della specie, oltre all’età della maturità sessuale e le differenze di crescita tra i maschi e le femmine, consente di mettere in atto misure di conservazione e di gestione più sostenibili.
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