All'Angelus di domenica scorsa il Papa ha liberato due colombe, simbolo di pace e purezza, che però sono state assalite da altri uccelli: perché è accaduto?
All'Angelus di domenica scorsa il Papa ha liberato due colombe, simbolo di pace e purezza, che però sono state assalite da altri uccelli: perché è accaduto?L'attacco da parte di un gabbiano e di una cornacchia alle due colombe della pace, lanciate da Papa Francesco dalla finestra del Palazzo apostolico in piazza San Pietro durante l'Angelus di domenica scorsa, ha destato scalpore e ha provocato una serie di interpretazioni simboliche.
La sequenza dell’attacco è stata catturata dai fotografi ed è immediatamente rimbalzata sui media di tutto il mondo, social network compresi, dove si sono scatenati commenti sarcastici e deliranti da parte degli utenti: si è arrivato a ipotizzare una sorta di messaggio diabolico e il presagio di un’apocalisse imminente.
Niente di più farneticante: l'Apocalisse non c'entra affatto, casomai la spiegazione di questo attacco è tutta naturale e scientifica.
Il corvo e il gabbiano hanno attaccato le colombe probabilmente perché bianche, infatti in natura gli animali affetti da albinismo, cioè privi di pigmentazione melaninica, non sopravvivono a lungo: il colore bianco li rende un facile bersaglio di predatori dato che non sono in grado di mimetizzarsi e nascondersi.
Inoltre all’origine dell'aggressione alle colombe vi è quasi sicuramente una rivalità ambientale che oppone i piccioni a gabbiani e cornacchie: le aggressioni tra queste specie sono frequentissime, tanto più che gli assalitori delle colombe papali, una cornacchia grigia (Corvus cornix) e un gabbiano reale zampe gialle (Larus michahellis) sono entrambi onnivori.
Questi due uccelli molto comuni in Europa, adattandosi perfettamente alla vita urbana, hanno imparato a nutrirsi di qualsiasi cosa: dagli avanzi di cibo gettati nella spazzatura ai pulcini di altri uccelli lasciati nel nido alle carcasse di animali morti
Di per sé le colombe non sono necessariamente pacifiche; infatti quando si tratta di lottare per il territorio, possono diventare assai combattive con i propri simili agitando in modo convulso le ali in segno di minaccia: tuttavia in questo caso, contro dei predatori più forti, il loro becco piccolo e le zampe deboli non hanno potuto fare molto.
Dunque quanto è avvenuto in Piazza San Pietro non ha nulla a che vedere con il soprannaturale: si è semplicemente trattato di una legge di natura.