A fine dicembre è stato ucciso a fucilate l’ennesimo lupo in Maremma: la strage di questi esemplari protetti dalla legge è ancora senza colpevoli.
A fine dicembre è stato ucciso a fucilate l’ennesimo lupo in Maremma: la strage di questi esemplari protetti dalla legge è ancora senza colpevoli.Negli ultimi giorni di dicembre si è assistito all’ennesima uccisione a colpi di fucile di un lupo in Maremma: la strage di questi animali protetti dalla legge, che nel corso del 2013 ha registrato cinque casi, non ha purtroppo ancora visto un colpevole.
Dopo il ritrovamento a Saturnia il 20 dicembre scorso di un lupo morto, anche giovedì 26 dicembre è stato ucciso con una fucilata un altro esemplare il cui corpo è stato abbandonato in piazza a Scansano, in provincia di Grosseto, davanti al teatro Castagnoli.
Purtroppo si sta chiaramente delineando un quadro allarmante della situazione: è molto probabile che alcuni allevatori della zona si stiano facendo giustizia da soli per proteggere i propri greggi di pecore.
Le pecore trovate morte sgozzate sono purtroppo migliaia e ciò ha determinato non solo una riduzione della produzione ma anche un danno economico stimato attorno ai 1,5 milioni di euro.
Non sono serviti a nulla sono i progetti Ibriwolf e Medwolf messi in piedi dalla provincia di Grosseto per censire i lupi e contenerne gli assalti con nuove recinzioni, cani addestrati e gabbie auto catturanti.
In Maremma la tensione fra allevatori e animalisti si è fatta altissima: i primi protestano per il proliferare dei lupi ritenuti responsabili di stragi di ovini e c’è chi, sentendosi abbandonato dalle istituzioni, ha deciso di farsi giustizia da sé uccidendoli; i secondi invece pretendono giustamente che questa mattanza cessi e che si arrivi a scovare e punire i colpevoli.
L’obiettivo di Legambiente è di tutelare i lupi impedendone l’uccisione e al tempo stesso sostenere e coadiuvare gli allevatori che rappresentano un insostituibile e preziosa presenza sul territorio soprattutto in un periodo come quello attuale in cui i terreni sono abbandonati e l'agricoltura e l'allevamento sono sempre meno praticate.
C’è da sperare che la Regione Toscana riconosca dei rimborsi per chi ha subito danni diretti dall’uccisione dei capi uccisi, e che gli allevatori sia supportati economicamente anche per lo smaltimento delle carcasse in modo che tutto il peso non gravi interamente su di loro.
Servirebbe poi un'accurata sostituzione dei recinti per gli allevamenti che li renda più idonei, oltre a un'adeguata e gratuita assistenza da parte di veterinari insieme ad una campagna di informazione sulla gestione dei cani da guardia.
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