Un'iniziativa benefica messicana fa adottare 221 cani abbandonati ospiti nei rifugi. Scopri i retroscena della campagna.
Un'iniziativa benefica messicana fa adottare 221 cani abbandonati ospiti nei rifugi. Scopri i retroscena della campagna.Le iniziative per cercare di ridurre il triste fenomeno dell’abbandono di cani e gatti e promuovere l’adozione di quelli già presenti nei rifugi per animali, non si contano più. Spot, manifesti, giornate aperte in canili e gattili, flash mob… Non c’è strategia comunicativa o canale mediatico che non sia stato ancora provato.
Più abbandoni che adozioni e i rifugi scoppiano
Le associazioni e i volontari che ogni giorno si prendono cura di questi animali sfortunati non sanno più cosa inventarsi. Eppure l’unico effetto che si riesce a ottenere sembra quello di spezzare il cuore a chi ama gli animali ed è già sensibile al problema. Le foto di animali tristi dietro alle sbarre o le immagini choc degli effetti più drammatici degli abbandoni e dei maltrattamenti sono le più utilizzate infatti per cercare di smuovere la coscienza di chi guarda. Purtroppo nulla che sia riuscito a ridurre significativamente il numero di cani e gatti nei rifugi. Finora.
L’impresa di spostare l’ago della bilancia tra ingressi e uscite dai rifugi a favore di questi ultimi sembra riuscita da un’Azienda di articoli per animali Messicana, la Kota, che ha fatto adottare in breve tempo ben 221 cani senza strappare inutili lacrime di dolore agli amanti degli animali. Il tutto grazie a uno spot tanto semplice quanto geniale.
La "sindrome di Mourinho" fa sparire i proprietari
I creativi ingaggiati dall'Azienda per realizzare la campagna hanno fatto qualcosa di molto simile a quando stiamo vedendo da qualche giorno anche in Italia nel riuscitissimo spot di un noto liquore, in cui l’allenatore José Mourinho, “the special one”, si trasforma in “The trasparent one”. In pratica: hanno fatto "sparire" il protagonista, che nel caso della campagna di Kota è in realtà un coprotagonista della scena, ovvero il proprietario che dovrebbe portare il cane a spasso al guinzaglio.
Non per nulla l’iniziativa prende il nome di “Invisible owner”, cioè proprietario invisibile.
L'idea geniale ha fatto adottare 221 cani
Volendo realizzare una campagna che scendesse per le strade, tra i destinatari del messaggio, i volontari hanno dovuto fare a meno degli “effetti speciali” strabilianti del cinema i quali, oltre ad essere impossibili da realizzare dal vivo, sarebbero stati comunque troppo costosi per una iniziativa a scopo benefico. Con uno slancio di fantasia non indifferente sono riusciti a escogitare comunque un trucco semplice, ma ugualmente efficace.
Utilizzando strisce di alluminio hanno creato dei guinzagli leggeri ma abbastanza rigidi da farli restare “tesi” come se qualcuno li stesse tenendo dall’altro capo. Poi li hanno ricoperti in pelle e tessuto per farli sembrare veri guinzagli e li hanno fatti indossare dai cani, insieme a un collare con attaccato un blocchetto di biglietti a forma di osso (foto). Sul lato visibile di questi c’era scritto semplicemente “adottami“, sul retro si potevano trovare invece le informazioni utili per portare a termine l’adozione.
Le persone in giro per la città venivano incuriosite da cani che circolavano tutti soli così agghindati e finivano con l'avvicinarsi prelevando un biglietto dal blocchetto-osso.
Il resto lo facevano gli animali con le loro feste. Il tutto sotto gli occhi delle telecamere che hanno ripreso le scene da lontano. Nel video diventato uno spot per promuovere l'adozione dei trovatelli si vede il backstage con tutta la preparazione dei guinzagli speciali e gli effetti sui passanti dei cani a caccia di affetto e nuovi proprietari.
Inutile dire che la campagna è stata un vero successo. Il messaggio veicolato per le strade e i parchi cittadini dai diretti interessati è stato recepito alla grande da ben 221 famiglie che hanno deciso di far diventare “visibile“ quel proprietario "senza volto".
Io sono qui
L'idea dei creativi messicani ricorda un po' un “esperimento” fatto in qualche tempo sempre per incrementare le adozioni, in cui ai cani randagi erano stati legati un palloncino colorato per renderli più visibili e un cartello con scritto “Io Esto Qui” (io sono qui), il quale aveva dato risultati interessanti.
Morale della favola: a volte sono le idee più semplici a ottenere gli effetti più grandi. Soprattutto se chiamano in causa le emozioni e le capacità degli animali di suscitarne anche nei cuori più duri.