Honk Kong mette fuorilegge il commercio di avorio: una decisione storica per contrastare l’uccisione, ogni anno, di decine di migliaia di elefanti africani.
Honk Kong mette fuorilegge il commercio di avorio: una decisione storica per contrastare l’uccisione, ogni anno, di decine di migliaia di elefanti africani.Si tratta di una decisione storica: Hong Kong vieterà l'import e l'export di avorio. La decisione, annunciata da Leung Chun-ying, chief executive della Regione speciale amministrativa della Cina, è il risultato di crescenti pressioni da parte di animalisti e ambientalisti per salvare gli elefanti destinati altrimenti all'estinzione.
Mentre si attuerà l'iter legislativo per bandire l'importazione e l'esportazione dei trofei di caccia, il governo individuerà altre misure adeguate per abolire gradualmente il commercio locale di avorio.
Infatti presso lo scalo internazionale, aeroportuale e portuale, di Hong Kong transitano senza alcuna autorizzazione o addirittura illegalmente container contenenti l’avorio proveniente dall'Africa per essere poi destinato al mercato cinese.
L’avorio è molto richiesto dai collezionisti cinesi per l’oggettistica, i monili e i soprammobili, inoltre le zanne d'elefante sono usate nella medicina tradizionale asiatica: a causa di questa progressiva richiesta, gli elefanti in Africa sono sull’orlo dell’estinzione.
Purtroppo le vendite legali di avorio costituiscono una copertura per il commercio clandestino, che alimenta il bracconaggio dilagante.
Secondo le stime ufficiali tra il 1990 e il 2008 sono state vendute a Hong Kong 242 tonnellate di avorio, ovvero in media 13 tonnellate l'anno: è proprio la Cina, con il 70% della domanda mondiale di avorio, a rappresentare il Paese che contribuisce più di ogni altro all'uccisione di 30 mila elefanti africani ogni anno.
Al momento, secondo i dati di Ngo Elephants Without Borders, la popolazione di elefanti africani allo stato libero è stimata in 470 mila unità, contro le 550 mila del 2006: il declino di questa specie è veloce se si pensa che solo a metà del ventesimo secolo, gli esemplari di pachidermi erano alcuni milioni.
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