La flotta giapponese entro marzo riprenderà la caccia alle balene "a scopi scientifici". Inevitabile la condanna di Australia e altri paesi.
La flotta giapponese entro marzo riprenderà la caccia alle balene "a scopi scientifici". Inevitabile la condanna di Australia e altri paesi.Dopo una pausa di oltre un anno, il Giappone ha annunciato la ripresa, a marzo 2016, della caccia alle balene per scopi scientifici nell'Oceano Antartico.
Questa decisione avviene nonostante la sentenza della Corte internazionale di Giustizia dell'Aja che, nel 2014, dopo aver dimostrato come la definizione "caccia scientifica" sia soltanto un eufemismo per aggirare la moratoria della Commissione Baleniera Internazionale (IWC), in vigore dal 1986, ha vietato Al Giappone di continuare questa pratica.
Tokyo, nonostante le proteste delle associazioni ambientaliste, ha dichiarato che la caccia si svolgerà su scala ridotta: il piano prevede la riduzione, da 1000 a 333, del numero delle balenottere minori che vengono cacciate ogni anno.
Insieme all'Islanda, il Paese del Sol Levante è l’unico a non aver mai sospeso la caccia ai cetacei, adducendo discutibili ragioni di studio e ricerca.
L'Australia e la Gran Bretagna si sono apertamente schierate contro la decisione del governo nipponico che, già nel 1987, un anno dopo l'entrata in vigore della moratoria dell'Iwc, aveva deciso unilateralmente di proseguire la caccia alle balene per motivi scientifici.
Greg Hunt, ministro dell'Ambiente australiano, Mark Butler, portavoce del partito laburista australiano, e Darren Kindleysides, il direttore dell'Australian Marine Conservation Society, hanno condannato in toto la decisione giapponese definendola "vergognosa".
E’ risaputo infatti che le balene non vengono uccise per scopi scientifici ma per soddisfare le richieste dell’industria della carne di balena, molto apprezzata in tutto il Giappone.
Purtroppo i cacciatori giapponesi di balene non solo violano il diritto internazionale ma lo fanno anche nel luogo del Santuario delle Balene dell'Oceano del Sud.
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