Domenica 20 settembre 2015 si è aperta la stagione venatoria: le associazioni animaliste denunciano le aperture in anticipo divenute ormai una prassi.
Domenica 20 settembre 2015 si è aperta la stagione venatoria: le associazioni animaliste denunciano le aperture in anticipo divenute ormai una prassi.L'Ente protezione animali e la Lega per l'abolizione della caccia hanno inviato una lettere aperta al premier Renzi e ai ministri di Agricoltura e Ambiente per ricordare che in buona parte d'Italia non sono stati rinnovati i piani faunistici venatori regionali.
Inoltre la Lega nazionale per la difesa del cane denuncia l’apertura anticipata della stagione venatoria in molte regioni nonostante le Direttive Comunitarie e il parere dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale.
Domenica 20 settembre 2015 si è aperta dunque tra un prevedibile polverone di critiche la stagione della caccia che durerà quattro mesi
In questo periodo verranno uccisi legalmente più di 17 milioni di uccelli e un'infinità di altri animali selvatici come lepri, cinghiali, cervi, daini e caprioli per mano degli oltre 750mila cacciatori registrati in Italia.
Nonostante l’inizio ufficiale della stagione venatoria sia stato fissato il 20 settembre, in molte regioni italiane l’apertura della caccia è stata anticipata al 1° settembre con un provvedimento, consentito dalla legge, per motivi eccezionali ma che ormai è diventato una regola.
L’apertura anticipata è apertamente in contrasto con le Direttive Comunitarie, con i principi scientifici in merito alla tutela della fauna e contro il parere dell'Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale).
Tra i pretesti avanzanti per determinare l’apertura anticipata della stagione di caccia ci sono i presunti danni causati all’agricoltura da animali come le volpi, i daini e i caprioli e al bestiame e alle persone da parte dei cinghiali.
Stando poi a un recente studio firmato da Enpa-Ente nazionale protezione animali, allo stato attuale, l'attività venatoria è praticamente illegittima in gran parte d'Italia.
Sono infatti, tantissime le amministrazioni in grave difetto riguardo il Pfvr-Piano faunistico venatorio regionale. La legge quadro nazionale 157/92 su fauna selvatica e caccia impone che, ogni cinque anni, il Piano faunistico venatorio sia rinnovato per valutare lo stato di salute della biodiversità e del territorio, ma ciò purtroppo non viene rispettato.
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