Si tratta di una decisione storica: l’Onu ha adottato una carta che impone a tutti i Paesi di impegnarsi contro il bracconaggio globale.
Si tratta di una decisione storica: l’Onu ha adottato una carta che impone a tutti i Paesi di impegnarsi contro il bracconaggio globale.A fine luglio 2015 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione che obbliga tutti i Paesi a impegnarsi nel porre fine al bracconaggio globale e nell’affrontare il commercio illegale di specie selvatiche.
La risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, 'Tackling the Illicit Trafficking in Wildlife' è il risultato di tre anni di sforzi diplomatici iniziati da Gabon e Germania e che ha visto la collaborazione di oltre 70 nazioni, tra cui l'Italia.
Grande la soddisfazione del Wwf che sottolinea come sia la prima volta che ogni nazione riconosce come grave crimine di natura il commercio di animali selvatici e si insiste sulla necessità di unire le forze per contrastare tale fenomeno.
Marco Lambertini, direttore generale del Wwf Internazionale spiega che il danneggiamento di fauna selvatica non è più solo un problema ambientale limitato a pochi Paesi ma è diventata una priorità per ogni nazione.
Chi danneggia la fauna selvatica mette sempre più a rischio la sicurezza nazionale e lo sviluppo sostenibile di interi paesi
Solo con un approccio globale si può arginare la crisi attuale e tutti i 193 Stati membri dell'Onu hanno compreso che è necessario di rinforzare la cooperazione regionale e internazionale contro il bracconaggio e il commercio illegale di fauna selvatica.
La risoluzione delle Nazioni Unite indica inoltre come tali crimini contribuiscano a finanziare le reti criminali e i conflitti armati
E' necessario che i Paesi contrastino la corruzione e il riciclaggio di denaro per affrontare seriamente e con incisività la criminalità organizzata che trae sviluppo proprio dai traffici di fauna selvatica
L’Onu incoraggia inoltre i singoli Paesi a coinvolgere attivamente le comunità locali nella lotta contro il traffico illegale, migliorando i loro diritti e la gestione delle risorse naturali dei loro territori.
Dal 2016 il segretario generale delle Nazioni unite dovrà presentare una relazione annuale sui crimini di natura verso la fauna selvatica e sull'attuazione della risoluzione nei vari Paesi.
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