Grazie anche all'intervento di alcune star del cinema di Hollywood, nell'ultimo anno, nessun esemplare di elefante rosso dello Tsavo è stato ucciso.
Grazie anche all'intervento di alcune star del cinema di Hollywood, nell'ultimo anno, nessun esemplare di elefante rosso dello Tsavo è stato ucciso.Nello splendido parco africano dello Tsavo, in Kenya, gli 11mila elefanti "rossi" rimasti intravedono per la prima volta, dopo anni di massacri, una speranza di sopravvivenza.
Un anno fa Satao, uno dei più vecchi elefanti del continente africano, era stato avvelenato dalle frecce dei bracconieri, interessati alle sue enormi zanne d'avorio: la testa del pachiderma era stata così brutalmente deturpata che i ranger erano riusciti a identificare Satao solo dalla forma delle orecchie.
La notizia della sua fine terribile aveva fatto il giro del mondo risvegliando le coscienze di tutti e alcune star di Hollywood si erano mobilitate per promuovere una campagna volta all'approvazione di una legge contro la compravendita di avorio.
A distanza di un anno dal massacro di Satao, nessun elefante è stato ucciso grazie all'impegno di ambientalisti e ranger africani: si tratta di un importante risultato tenendo conto che negli ultimi tre anni sono stati uccisi oltre 1500 elefanti
Secondo Tsavo Trust, negli anni 60, nel Parco, vivevano bel 35mila esemplari, una cifra calata drammaticamente fino a raggiungere quota 6mila negli anni 80.
Secondo la Wildlife Conservation Society sono stati uccisi 35mila gli elefanti in Africa nel 2013: il Kenya è il paese più colpito perché nel 2012 ne ha persi 360 e nel 2011 ne ha persi 289.
Tuttavia secondo il Cites, l'organizzazione internazionale per la protezione delle specie in via di estinzione, l’elefante africano rischia seriamente di scomparire dal Pianeta a causa del bracconaggio.
Nonostante l’entrata in vigore nel 1989 del trattato internazionale che vieta il commercio dell'avorio, la guerra per le zanne degli elefanti è continuata a crescere: i bracconieri, pur di avere l'avorio, sono disposti a rischiare la vita infatti sono un centinaio i bracconieri che negli ultimi anni sono morti negli scontri a fuoco con le guardie dei parchi.
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