Secondo i dati forniti dall’Aidaa, tra i principali responsabili delle liti condominiali pare proprio ci siano cani, gatti e pappagalli.
Secondo i dati forniti dall’Aidaa, tra i principali responsabili delle liti condominiali pare proprio ci siano cani, gatti e pappagalli.L’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) ha fornito dei dati sconcertanti secondo cui le liti condominiali con protagonisti gli animali sono purtroppo aumentate: rispetto al 2013 le richieste di supporto legale al tribunale degli animali dell'Aidaa pare siano aumentate del 7%.
Nel 2014 le richieste pervenute al tribunale degli animali dell'Aidaa, che offre consulenze legali gratuite per le liti condominiali con protagonisti gli animali, sono state oltre 32.000 mentre nel 2013 erano state 30.000.
Le richieste di consulenza per le liti in condominio riguardano in maggioranza il fastidio conseguente all'abbaio dei cani nonché l’uso degli spazi comuni (in particolare degli ascensori) sempre da parte dei cani.
Secondo i dati dell’Aidaa sul totale delle liti in condominio per gli animali, ben 21.000 riguardano i cani, circa 7.000 i gatti mentre le restanti riguardano altri animali.
In particolare ha fatto scalpore il contenzioso di 12 italiani che hanno fatto causa ai vicini di casa per gli insulti di pappagalli un po' troppo loquaci.
Altra denuncia che ha fatto discutere è quella nei confronti dell'amministratore di un condominio di Reggio Emilia che voleva far pagare le spese condominiali anche ai cani.
C’è da dire che il Codice civile stabilisce che i regolamenti condominiali non possono vietare di possedere animali domestici in quanto cani e gatti vanno considerati come esseri senzienti e facenti parte del nucleo familiare: vietare ad un condomino la detenzione di un animale domestico, significa ledere i suoi diritti.
Tuttavia il proprietario di un animale è passibile di reclamo da parte degli altri condomini nel caso le immissioni provenienti dalla sua abitazione, come rumori molesti o odori sgradevoli, provochino malessere che però deve essere provato e certificato da un medico o da un ente tecnico apposito.
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