L’India mette al bando l’importazione e la vendita di foie gras sulla scia delle proteste delle associazioni animaliste che hanno svelato le torture a cui sono sottoposte le oche.
L’India mette al bando l’importazione e la vendita di foie gras sulla scia delle proteste delle associazioni animaliste che hanno svelato le torture a cui sono sottoposte le oche.Lo scorso luglio il governo di New Delhi ha deciso di bandire l’importazione di foie gras che solitamente veniva servito in ristoranti di lusso come l’Hotel Claridges a Delhi o l’Arola e Olive Beach a Mumbai. Questa decisione è stata presa perché si è venuti a conoscenza dei retroscena della produzione del foie gras.
Dietro alla produzione di paté di fegato d’oca si nascondono vere e proprie torture messe in pratica nei confronti delle anatre.
Alcune associazioni animaliste come Animal Equality hanno saputo documentare quello che avviene: le anatre vengono ingozzate a forza con tubi lunghi 30 centimetri che arrivano fino all’esofago e costrette a mangiare anche quattro volte al giorno per far crescere il fegato anche 10 volte più del normale.
Questa alimentazione forzata causa gravi danni agli organi interni e spesso porta alla morte, dopo tremende sofferenze, un altissimo numero di animali costretti a vivere immobilizzati in gabbie talmente piccole da non permettere loro nessun movimento.
Secondo Amruta Ubale, portavoce di Animal Equality in India, la decisione presa dal governo di New Delhi è estremamente importante perché sono state riconosciute le sofferenze perpetrate nei confronti di questi animali.
Animal Equality già nel 2012 era riuscita a documentare con immagini e filmati in incognito quanto accadeva in alcuni allevamenti della Francia e della Catalogna in Spagna. Gli attivisti erano riusciti a mettere insieme più di 10 ore di video e conversazioni registrate, e oltre 150 fotografie che mostravano l’agonia quotidiana di migliaia di anatre e oche.
La decisione dell’India di bandire il foie gras non è la sola: in California, ad esempio, dal 2012, è vietato il commercio, la produzione e il consumo di questo alimento. Quanto al nostro Paese dal 2007 esiste un decreto che proibisce la produzione di paté di fegato d’oca, ma non la vendita.
Ecco perché molte organizzazioni animaliste stanno portando avanti una campagna di sensibilizzazione per chiedere a diverse catene di supermercati della grande distribuzione di bloccare la distribuzione di paté d’oca sull’esempio della Coop che dal 2012 ha smesso di vendere questo alimento.
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