Le complicazioni del parto di una gatta possono mettere a rischio la sua vita e quella dei gattini. Scopri come affrontarle.
Le complicazioni del parto di una gatta possono mettere a rischio la sua vita e quella dei gattini. Scopri come affrontarle.La maternità di una gatta è un’esperienza meravigliosa che può cambiare notevolmente l’animale e il suo rapporto con i proprietari. Le cose però non vanno sempre come ci si augurerebbe e la gravidanza può complicarsi proprio al momento del parto o subito dopo, quando i gattini sono nati.
Più problemi se mamma gatta è inesperta o debilitata
Accade soprattutto nelle gatte molto giovani o alla loro prima esperienza, le quali vanno incontro con più frequenza a parti difficili, elevata mortalità neonatale, mancanza di latte e conseguente abbandono della prole, ipocalcemia o deperimento fisico, ecc.
Ma anche le gatte malate o in uno stato nutrizionale non ottimale hanno spesso gravidanze che si complicano per loro e per i piccoli.
Saper affrontare le complicazioni di parto della gatta può essere fondamentale per la sopravvivenza di mamma e figli
In tutti questi casi la presenza del proprietario può rivelarsi fondamentale per la sopravvivenza della madre o dei suoi gattini. Ma è necessario sapere cosa fare e quando è il caso di chiedere l’assistenza del veterinario. Vediamo come affrontare i casi più frequenti di complicazioni di parto nella gatta.
Difficoltà nel travaglio
Se la gatta inizia ad avere le contrazioni, ma dopo qualche ora non riesce a partorire, è necessario rivolgersi senza esitazioni al veterinario per avere assistenza o ricevere i consigli più adatti al caso.
La gatta non assiste i gattini alla nascita
- Aprite l’involucro fetale senza perdere tempo ed eliminate la placenta: cercate di essere tempestivi per evitare che il piccolo soffochi ma senza lasciarvi prendere dal panico: tra la nascita di un gattino e il successivo intercorre in media mezzora/un’ora, avete quindi tutto il tempo.
- Tagliate il cordone ombelicale a 2-3cm dall’addome: qualcuno consiglia di usare forbicine sterilizzate con le punte arrotondate, altri suggeriscono di usare direttamente le unghie perché il taglio è più simile a quello prodotto dalla madre coi denti. In mancanza di dati certi sulla maggiore efficacia di questo secondo metodo si consiglia il primo per una semplice questione di igiene.
- Asciugate il piccolo e massaggiatelo finché non si riprende un po’ dal trauma della nascita e quindi aiutatelo ad attaccarsi a un capezzolo.
I gattini vengono abbandonati
- Se la madre è presente ed è sana ma non si occupa dei piccoli nei giorni successivi al parto, cercate di obbligarla a stare con loro affinché possano almeno provare ad attaccarsi ai capezzoli e ricevere i preziosi anticorpi utili per proteggerli da infezioni e aumentare le loro probabilità di sopravvivenza.
- Allattate i piccoli e teneteli al caldo con una lampada o con una borsa di acqua calda
I gattini sono sottopeso (<70g)
Per poter garantire qualche possibilità di sopravvivenza ai neonati è necessario portarli almeno all’ottavo-decimo giorno di vita, sempre allattandoli e tenendoli al caldo.
I gattini non trovano il capezzolo
- Se i gattini o uno di essi non si alimentano perché sono debilitati o non trovano il capezzolo per qualunque motivo, guidateli voi aiutandovi, se è il caso, tagliando il pelo circostante
- Premete quindi con delicatezza fino a far fuoriuscire un po’ di latte.
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