A Ischia, lo scorso aprile, si è tenuto il primo workshop internazionale sulla tutela del delfino comune organizzato da Oceanomare Delphis.
A Ischia, lo scorso aprile, si è tenuto il primo workshop internazionale sulla tutela del delfino comune organizzato da Oceanomare Delphis.Oceanomare Delphis lo scorso aprile ha convocato a Ischia, in un workshop internazionale, ricercatori di quattordici diversi paesi per stabilire un patto che tuteli il delfino comune.
Oceanomare Delphis, un’organizzazione non profit per lo studio e la tutela dei cetacei nel Mediterraneo, ha evidenziato come inquinamento, pesca illegale e riscaldamento globale siano i fattori base che stanno portando a rischio estinzione queste creature marine.
Durante le sessioni di incontro del workshop, gestito in collaborazione con Bicref e Oceancare, sono emerse conferme sul declino della popolazione di delfini
In verità l’allarme rischio estinzione della specie era già stato lanciato nel 2003, quando nella lista rossa delle specie a rischio era stato inserito il delfino comune per volere dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Purtroppo, in tutti questi anni, non è stato fatto nulla per tutelare questo animale, che in passato era molto comune nel Golfo di Napoli.
Gli incontri con i delfini comuni sono diventati rarissimi nella valle sottomarina del canyon di Cuma, tra Ischia e Ventotene, proprio come è accaduto nell' Adriatico, dove ormai la specie sembra addirittura scomparsa
Nel mare di Ischia non si incontrano esemplari di delfino comune da tre anni, mentre più consueti sono gli avvistamenti di stenelle, tursiopi, capodogli e balenottere comuni.
Visto il ridimensionamento del delfino comune nel Mediterraneo è nata la volontà di definire nuovo piano di conservazione: il “patto di Ischia” prevede un’azione coordinata di sensibilizzazione riguardo i fenomeni di sovrasfruttamento delle risorse ittiche e di inquinamento sempre più invasivo di plastiche e policlorobifenili.
Proposte azioni immediate come la raccolta di campioni biologici di delfino comune, presente in varie regioni del Mediterraneo, in modo da effettuare analisi genetiche che indichino eventuali fenomeni di ibridazione con altre specie come le stenelle e i tursiopi, segnali di un negativo stato di salute del delfino comune.
Importante è poi sviluppare un turismo sempre più ecosostenibile e attento, al fine di tutelare meglio la biodiversità del mar Mediterraneo.
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