In Kenya un ospedale ospita le tartarughe marine ferite, avvelenate o aggredite: è uno dei pochi centri al mondo specializzato nella cura di queste creature.
In Kenya un ospedale ospita le tartarughe marine ferite, avvelenate o aggredite: è uno dei pochi centri al mondo specializzato nella cura di queste creature.La vita per le tartarughe marine è sempre più difficile: la percentuale di tartarughe appena nate destinata a raggiungere l'età adulta è di una su mille. Poi una volta diventate adulte rischiano amputazioni per via delle eliche delle imbarcazioni oppure rischiano di morire soffocate perché inghiottono olii, gas di scarico, reti da pesca e rifiuti di plastica scambiati per meduse.
Le tartarughe di mare sono tra gli esseri più fragili del Pianeta e purtroppo a rischio estinzione.
Ma a Watamu, in Kenya, esiste un centro specializzato nel recupero e nella cura di queste creature: si tratta del Watamu Turtle Watch fondato nel 1998 su iniziativa di un gruppo di volontari appartenenti all’organizzazione no profit Local Ocean Trust.
I 13 membri dello staff lavorano tutto l'anno facendo la guardia su una cinquantina di nidi e curando le tartarughe ferite o avvelenate, che poi una volta guarite vengono rimesse in mare.
I rilasci delle tartarughe recuperate aumentano di anno in anno: sono stati 1366 nel 2011, 1680 nel 2012, 1330 nel 2013 e 1627 l’anno scorso. Dato che solo il 15% degli animali arrivati al centro riesce a salvarsi, si può ben capire l’elevato numero di tartarughe in fin di vita trovate ogni giorno.
Al mondo esistono 7 specie di tartarughe marine, tutte sono a rischio di estinzione, e di queste ben 5 si riproducono proprio in Kenya:
- la tartaruga comune (Caretta caretta)
- la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea)
- la tartaruga a dorso piatto (Natator depressus)
- la tartaruga verde o tartaruga franca (Chelonia mydas)
- la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata)
- la tartaruga di Kemp (Lepidochelys kempii)
- la tartaruga olivastra (Lepidochelys olivacea)
Il centro di Watamu non si occupa solo di curare e rimettere in liberà le tartarughe, ma pensa anche di sensibilizzare la popolazione locale sul rispetto e la protezione di questi animali realizzando visite guidate e laboratori soprattutto per le scolaresche.
Nel programma di sensibilizzazione al rispetto delle tartarughe marine sono coinvolti anche 400 pescatori, a cui viene spiegato la pericolosità delle reti a strascico o degli ami per le tartarughe.
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