Dopo 15 anni di proteste da parte degli animalisti, le tigri del Tiger Temple in Thailandia verranno finalmente trasferite in strutture più appropriate.
Dopo 15 anni di proteste da parte degli animalisti, le tigri del Tiger Temple in Thailandia verranno finalmente trasferite in strutture più appropriate.Da anni all'interno del Tiger Temple di Kanchanaburi, in Thailandia, si verificavano maltrattamenti e commercio illegale di specie selvatiche. Ma ora finalmente, dopo anni di proteste, il governo thailandese ha detto stop agli abusi sulle tigri che verranno spostate dal tempio buddista.
Ogni anno migliaia di viaggiatori stranieri si affollavano nel Tiger Temple per vedere da vicino le tigri e interagire con loro: ai turisti era persino permesso scattare selfie con le tigri recluse, dar loro da mangiare e meditare in compagnia dei loro cuccioli.
Le condizioni di vita delle tigri al tempio buddista non erano per nulla esemplari, innanzitutto le gabbie erano troppo piccole e affollate: le tigri, trascorrendo 20-21 ore al giorno senza alcun tipo di arricchimento, finivano con il mostrare comportamenti ripetitivi dovuti a stress da cattività.
I felini erano costretti a interagire con i visitatori per circa tre ore al giorno in un momento in cui la luce del sole era troppo diretta, non avendo a disposizione una zona d’ombra dove ripararsi e dell’acqua da bere.
Oltretutto per essere più collaborative con le persone venivano sottoposte ad abusi fisici e maltrattamenti e nutrite solo con pollo, perché più economico: spesso veniva tirata loro la coda e venivano colpite con piccole canne. Inoltre i felini erano innervositi dai turisti fatti sedere sulle loro schiene e apparivano stranamente calme e apatiche perché, con molta probabilità, sedate.
Finalmente dopo una serie di eventi drammatici, tra cui alcune aggressioni ai visitatori, il direttore generale del Dipartimento dei Parchi Nazionali della Thailandia, Nipon Chotiban, ha deciso di trasferire le tigri in una struttura più adeguata a partire da fine aprile 2015.
Foto www.humanimafoundation.org