In Aspromonte è attivo un progetto internazionale di monitoraggio, conservazione e difesa dal bracconaggio dei rapaci diurni.
In Aspromonte è attivo un progetto internazionale di monitoraggio, conservazione e difesa dal bracconaggio dei rapaci diurni.L'Ente Parco dell'Aspromonte ha avviato un programma di monitoraggio per censire i rapaci e al contempo contrastare i fenomeni di bracconaggio.
L’Aspromonte risulta essere la rotta preferita dai rapaci diurni durante la migrazione postnuziale in vista del raggiungimento dei luoghi dove sverneranno. Vista l’importanza di questo sito si è deciso dunque di promuovere un progetto di monitoraggio e salvaguardia dei volatili.
E così l'Ente Parco nazionale dell’Aspromonte insieme ai Parchi nazionali della Maddalena, del Gargano, del Circeo e del Vesuvio, ha dato il via a una "Rete euromediterranea per il monitoraggio, la conservazione e la fruizione dell'avifauna migratrice e dei luoghi essenziali alla migrazione". In aggiunta è anche stato sottoscritto un protocollo d'intesa con Legambiente e l’Associazione Mediterranea per la Natura (Man).
A partire da agosto fino al 10 ottobre l'Ente Parco nazionale dell’Aspromonte ha monitorato per il quinto anno consecutivo i rapaci diurni da tre postazioni in contemporanea ovvero la Tenuta Zagarella a San Roberto, la Piazza Nino Martino a Scilla e S.Stefano a Sinopoli.
Nel solo mese di agosto sono già stati censiti più di 13.000 rapaci diurni come l’Aquila minore, il Nibbio bruno, il Biancone, l’Albanella minore e quella pallida, il Falco pecchiaiolo, quello di palude e quello pescatore.
La collaborazione attiva tra l’Ente Parco e le due associazioni ambientaliste ha già dato buoni risultati infatti i dati relativi ai passaggi giornalieri di rapaci vengono immediatamente comunicati ai volontari dei campi antibracconaggio e alle Forze di polizia che operano in attività di prevenzione e repressione del bracconaggio in Italia e a Malta.
Purtroppo bisogna fare i conti non solo con il bracconaggio nostrano, tra Calabria e Sicilia, ma anche con quello maltese perché i rapaci osservati attraversano anche i cieli di Malta correndo seri pericoli di essere cacciati.
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