Con la chiusura dell’ultima struttura rimasta a Niigata, il Paese del Sol levante dice addio per sempre all’allevamento intensivo di visoni per ricavarne pellicce.
Con la chiusura dell’ultima struttura rimasta a Niigata, il Paese del Sol levante dice addio per sempre all’allevamento intensivo di visoni per ricavarne pellicce.Dopo che a Niigata ha chiuso la fattoria Otsuka, l’ultima struttura per l’allevamento intensivo di visoni, il Giappone può definitivamente ammettere di aver bandito dal proprio territorio questa pratica, unendosi al numero di Paesi che non ricorrono più alla produzione intensiva di pellicce.
La struttura di Niigata era stata segnalata in diverse circostante dall’associazione animalista Animal Rights Centre Japan perché accusata di non possedere una regolare licenza e di operare in violazione del Japanese Invasive Alien Species Act del 2006.
Questo provvedimento, varato nel 2006 anche per contrastare i danni alla biodiversità causati dai visoni americani, aveva reso illegale la costruzione di nuovi allevamenti intensivi di animali da pelliccia sul territorio nipponico.
Il Japanese Invasive Alien Species Act permette infatti l’allevamento di specie non autoctone solo per scopi precisi come la ricerca ma, sfruttando questa normativa, le strutture già operative prima del 2006 hanno potuto continuare a svolgere la loro attività di allevamento.
La fattoria Otsuka negli ultimi anni aveva ricevuto diverse notifiche da parte del Ministero dell’Ambiente per aver violato non solo l’Invasive Alien Species Act, ma anche la normativa relativa al Benessere e alla Gestione degli Animali: erano state riscontrate numerose irregolarità nello stato di salute degli animali.
Inoltre dal 2015 si erano verificate diverse fughe dei visoni dalla struttura e l’ennesimo avvertimento ricevuto dalle autorità ha spinto il titolare dell’allevamento a chiudere l’attività anche a seguito dei troppo elevati costi di gestione richiesti per soddisfare i requisiti necessari a ottenere la licenza: questo tipo di attività non è più economicamente vantaggiosa.
Altra ragione che ha portato alla chiusura dell’allevamento è il significativo calo nella domanda di pellicce: dal 2006, anno in cui si è registrato l’ultimo picco, le cifre relative all’import di pellicce sono scese dell’80%. In Giappone la moda delle pellicce è diminuita in modo significativo anche perché nel frattempo è cresciuta la domanda di capi dalla produzione più etica.
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