La sentenza della Corte di Giustizia dell'UE esprime chiaramente il no ai cosmetici, i cui ingredienti siano stati oggetto di sperimentazioni animali.
La sentenza della Corte di Giustizia dell'UE esprime chiaramente il no ai cosmetici, i cui ingredienti siano stati oggetto di sperimentazioni animali.Se nel 2013 l’Unione Europea vietava la vendita di cosmetici testati sugli animali, da oggi la Corte di Giustizia Europea ha fatto un altro piccolo passo avanti. I paesi membri possono infatti vietare la commercializzazione di cosmetici contenenti ingredienti sottoposti a sperimentazione animale, anche se la sperimentazione avviene fuori dai confini dell’Europa. Spetta poi ai vari paesi decidere se l’acquisto dei cosmetici testati sulle cavie possa essere effettuato o meno.
La sentenza nasce da un ricorso dell’Efci, l’associazione professionale che rappresenta i produttori di ingredienti dei cosmetici nell’Ue.
Tre membri dell'European Federation for Cosmetic Ingredients hanno effettuato sperimentazioni animali al di fuori dell'Unione per poter vendere alcuni prodotti cosmetici in Cina e in Giappone. Poi Efci si è rivolta alla giustizia britannica per sapere se le società in questione potevano essere sanzionate nel caso gli stessi prodotti fossero giunti anche sul mercato anglosassone.
La giustizia britannica a sua volta ha chiesto alla Corte di Lussemburgo di esprimersi in merito e la risposta è stata che può essere vietata l’immissione sul mercato dell’Unione di prodotti cosmetici i cui ingredienti sono stati oggetto di sperimentazioni animali al di fuori dell’Europa. Dalla sentenza emerge che risulta irrilevante dove si sono svolte le sperimentazioni: i prodotti possono essere vietati in Europa.
Anche se le sperimentazioni sono finalizzate a dimostrare la sicurezza dei prodotti cosmetici ai fini della loro immissione sul mercato dell’Unione, il divieto è perentorio: quanto è lecito ad esempio in Cina o in Giappone in merito alla sperimentazione su animali non lo è un Europa.
Questa sentenza è importantissima perché risolve all'origine un problema troppo a lungo ignorato: visto che in Europa non era più possibile effettuare test cosmetici sugli animali, le grandi aziende li conducevano all'estero per poi riportare i prodotti in Europa.
Ora i grandi produttori di cosmetici non potranno più utilizzare questo escamotage e dovranno impegnarsi nella ricerca scientifica senza test su animali.
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