Un termine è più comune, l’altro più desueto, ma li percepiamo come sinonimi. Tuttavia, anche se i vocabolari in teoria smentiscono ciò che stiamo per affermare, le parole “scrivania” e “scrittoio” non hanno lo stesso significato. Ecco quali sono le differenze.
Cos’è la scrivania
Secondo il vocabolario Treccani, la scrivania è un «mobile usato principalmente per scrivere, di varia forma e grandezza, costituito da un piano orizzontale o leggermente inclinato e in genere da uno o più cassetti», che possono trovarsi sia sopra che sotto il piano di scrittura, a volte «in corpi pieni che sostituiscono le gambe del tavolo». Pratico e versatile, tra i mobili per lo studio è quello che non manca mai.
Cos’è lo scrittoio
Lo scrittoio sempre secondo la Treccani, è un «tavolo per scrivere» (ovvero una scrivania), ma il termine può indicare anche la stanza dove si scrive, lo studio per intenderci: deriva infatti dal tardo latino “scriptorium”, cioè la sala dei conventi dove gli amanuensi copiavano i manoscritti. La storia dello scrittoio, inteso come mobile composto da un piano inclinato e una ribalta, comincia nel Medioevo.
Le differenze
Foto: @Ikea
Al di là del lessico e della storia della scrivania, ci sono da considerare gli oggetti concreti a cui si riferiscono le parole. La scrivania, nell’uso comune del termine, è un mobile che può essere antico o moderno, ma comunque ampiamente utilizzato, presente praticamente in ogni casa.
Ci sono tantissimi tipi di scrivanie: tra le più interessanti del catalogo Ikea figura Arkelstorp (189 euro, qui sopra nella foto). Lo scrittoio, invece, indica un oggetto del passato, di antiquariato.
Tra i tipi di scrivanie, per intenderci, nessuno definirebbe “scrittoio” il tavolo presente nella camera dei bambini o in ufficio, a maggior ragione se ospita il monitor di un pc. In questo caso, si parla sempre di “scrivania”, mentre lo scrittoio è più affine al secretaire.
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Foto apertura: Katarzyna Białasiewicz@123rf.com