Di come la fase 2 ha rivoluzionato il modo di andare dal parrucchiere: quattro chiacchiere con Toni Pellegrino.
Di come la fase 2 ha rivoluzionato il modo di andare dal parrucchiere: quattro chiacchiere con Toni Pellegrino.A qualche settimana dalla riapertura dei saloni di acconciatura e di bellezza, abbiamo cercato di fare il punto della situazione sulle conseguenze dell'emergenza sanitaria nel mondo dell'hairstyle. Lo abbiamo fatto in compagnia di Toni Pellegrino, fondatore del marchio TONIPELLEGRINO Art & Science for Hairdressing, Direttore creativo del gruppo The Best Club by Wella dal 2010 e hairstylist della trasmissione televisiva Detto Fatto, da ben 8 stagioni.
Il cambiamento spaventa sempre, così come l’imprevedibilità e l’ignoto che non danno certezze. Quali sono le tue sensazioni su come la pandemia sta cambiando tutto il mondo dell’hairstyle?
«Personalmente il cambiamento non mi ha mai spaventato. Lo vivo come una possibilità di portare linfa nuova alla mia vita, un’opportunità di ricevere nuovi stimoli per generare cose nuove. E anche stavolta è stato così, ma questa è una mia nota caratteriale e non voglio assolutamente generalizzare o andare fuori tema.
La prima conseguenza che immagino per il mondo dell’hairstyle, a seguito di questa pandemia, riguarda la concezione dei saloni. Sull’input del distanziamento sociale immagino spazi più confortevoli, di maggiore respiro intorno ai nostri ospiti. Mi piace pensare ai nuovi saloni – ma anche a quelli già attivi per i quali basterà un refresh – con postazioni più ampie, e perché no, con un po’ di privacy in più rispetto alle “batterie industriali” (mi si conceda il termine) del passato, quando ci si sedeva uno accanto all’altro con spazi spesso ridotti. Il punto focale del salone dovrà essere l’ospite, con una piccola area a sua totale disposizione per vivere un’esperienza di benessere e relax mentre si progetta la sua bellezza.
Una seconda conseguenza di questo periodo è legata allo sviluppo della consulenza pre-appuntamento. L’invio di foto e video, sia dello stato dei capelli degli ospiti che di immagini per loro ispirazionali, sta permettendo agli operatori di programmare al meglio il lavoro da fare in salone, ottimizzando i tempi in agenda. Così si abbattono notevolmente i tempi morti. Un altro importante cambiamento potrà esserci relativamente alle vendite di prodotti online. Mi riferisco alla nascita di e-commerce gestiti direttamente dalle aziende produttrici o dagli stessi parrucchieri.
La necessità del ritocco al colore fai da te è stata una grande lezione per ragionare in termini di fornitura diretta dei prodotti associata a una guida a distanza. Integrare la vendita con il servizio di consulenza sarà uno step fondamentale che marcherà la differenza. E chiudo con una riflessione sull’education. Anche la formazione è cambiata e cambierà ancora. L’incremento della formazione online ha aperto uno scenario di flessibilità che porta un grande risparmio in termini di energie, di tempo e di soldi. Con un grande beneficio anche per il pianeta. Senza la tecnologia il mondo si sarebbe davvero fermato, invece siamo riusciti a fare tanto, non solo in termini personali, ma anche e soprattutto professionali».
Se per tre mesi non abbiamo desiderato altro che uscire di casa per tornare a riprendere le nostre vite, adesso sono in tanti ad aver paura, perché si sono resi conto che niente sarà più come prima. Come si riconquista la fiducia delle persone? Come si infonde quel senso di sicurezza che accompagnava prima ogni nostra azione quotidiana, come quella di andare dal parrucchiere?
«In generale credo che tutto dipenda da noi, da come ci comportiamo sul lavoro, ma anche nel privato. Parlando nello specifico dei parrucchieri devo dire che siamo abituati da sempre a curare in modo super attento l’igiene dei nostri saloni e dei nostri attrezzi. Gli sterilizzatori, per fare un esempio, esistono e li usiamo da prima del Covid. Così come mantelline e kimono da sempre sono lavati ad alte temperature. Queste norme igieniche forse non erano adottate da tutti e la situazione di emergenza ha dato un contributo alla miglioria di alcuni saloni. In questo momento – forse come poche volte nella storia – le azioni degli uni sono interconnesse con quelle degli altri. La nostra salute dipende dalle azioni altrui e viceversa, quindi in salone (ma non solo!) è stato essenziale accettare la nuova routine fatta di mascherine e igienizzanti per le mani».
Cosa cambierà, nel concreto, nei tuoi saloni? Si lavorerà a giorni alterni? Si riceveranno meno persone ogni giorno?
«Dal 18 maggio in poi abbiamo lavorato sei giorni su sette, dal lunedì al sabato, con orari prolungati dalle 8,30 fino alle 22, organizzando dei turni. Questo ci ha permesso di accogliere un maggior numero di persone rispetto a quanto avremmo potuto fare mantenendo il classico orario 9 - 19 e, punto di orgoglio, ci ha permesso di mantenere tutti i posti di lavoro, anzi dirò di più: stiamo cercando personale per ampliare il team di Modica! Ovviamente stiamo lavorando con tutti i presidi di sicurezza quali mascherine, visiere e guanti. Abbiamo installato i parafiato in reception, e abbiamo riorganizzato i tempi dei servizi per evitare assembramenti. Per quanto riguarda le prenotazioni lavoravamo già su appuntamento, quindi abbiamo solo ottimizzato alcuni aspetti come, per esempio, l’assegnazione della postazione già al momento della prenotazione. Le nostre ospiti sanno già dove si dovranno accomodare, e non ci sono attese in accoglienza. Per mantenere l’efficienza di questa organizzazione chiediamo alle nostre ospiti la massima puntualità nel rispetto di tutti: tanto del team quanto di chi ha prenotato negli orari successivi».
Con quale spirito i tuoi dipendenti stanno affrontando tutto questo? Sono intimoriti, speranzosi, pronti per una nuova sfida?
«Ho la fortuna di avere dei collaboratori straordinari, per niente intimoriti. Concreti e laboriosi, li vedo lavorare in salone ogni giorno entusiasti e pieni di voglia di fare. Durante l’isolamento siamo stati molto impegnati con la formazione online, e la loro voglia di tornare operativi sul campo cresceva di giorno in giorno. Li ho trovati più maturi e responsabili. Hanno capito, e questa potrebbe essere la nuova sfida per tanti, che non si può più sbagliare. La riapertura con il nuovo assetto dei saloni in cui un singolo operatore deve occuparsi integralmente dell’ospite, dal check-in al check-out, ha fatto capire che ciascuno deve essere sicuro di ciò che fa in modo serio e responsabile. Ha fatto capire quanto siano importanti la velocità e la precisione dell’esecuzione di un servizio. Quindi, a monte, è fondamentale che tutti gli operatori abbiano studiato tanto e siano ben formati».
Facendo una riflessione più ampia, durante la pandemia ho sentito tante persone lamentarsi della ricrescita e dell’impossibilità di sentirsi “a posto con se stesse”. Quanto ti è mancato il contatto con gli altri, che è una parte importantissima del tuo lavoro?
«Potrà sembrare strano, e spero di non offendere nessuno, ma non mi è mancato il contatto con gli altri. Spiego il perché: grazie all’isolamento ho riscoperto il valore autentico dello stare insieme alle persone. Il mio lavoro mi porta normalmente a viaggiare molto e a incontrare tantissima gente nell’arco di una settimana: un giorno a Milano, poi Catania, Modica e il resto d’Italia per formazione, sfilate o altri impegni. Durante la quarantena mi sono reso conto che la mia routine settimanale era un turbine, vedevo molti luoghi e molte persone in un arco di tempo troppo ristretto. Posso dire, senza ombra di dubbio, che l’isolamento è stato utilissimo perché ho ritrovato una grande serenità e una grande concentrazione. Vorrei azzardare e dire a tutti che prendersi un mese all’anno per ritirarsi in totale solitudine fa benissimo. Si fa un bilancio della vita e del lavoro, si riflette sui propri punti forti e su quelli migliorabili e soprattutto, si impara ogni giorno ad amare di più se stessi e gli altri».
Quali sono le prime impressioni ricevute dal contatto con i tuoi clienti? Sono impauriti? Hanno voglia di interagire di più, di ritrovare la socialità persa nei mesi scorsi, di riflettere su ciò che è accaduto o vogliono lasciarsi tutto alle spalle, darci un taglio, magari partendo proprio dai capelli?
«C’è stata tanta emozione nel rivedersi, da entrambe le parti. Le impressioni di queste prime settimane dalla riapertura sono molto varie. C’è chi ha voglia di buttarsi tutto alle spalle e ricominciare a vivere nel modo più sereno possibile, chi ancora è un po’ timoroso, chi fa fatica ad adeguarsi alle misure di sicurezza in un ambiente rilassante e familiare come il nostro. Ma devo dire che tutti sono stati felici di poter tornare in salone e si godono le coccole dei team di tutti i saloni Toni Pellegrino Art And Science, che stanno veramente dando il massimo, in Sicilia come in Puglia».
In fondo, andare dal parrucchiere è una sorta di rito, una coccola che spesso risolleva anche l’umore. Pensi che la pandemia abbia cambiato in qualche modo questo bisogno?
«Forse lo ha amplificato! Quasi tre mesi senza una piega, un trattamento care o un ritocco al colore possono sembrare un tempo infinito. Essere in ordine fa stare bene, ed è un benessere psicologico, non solo un fatto estetico. Non mi ha affatto sorpreso che alcuni sondaggi abbiano evidenziato come il parrucchiere rientri tra i servizi essenziali! Creiamo bellezza, certo, ma soprattutto sicurezza e benessere».
Cosa ti auguri da questo nuovo e insolito inizio? E cosa pensi, in generale, per il settore dell’hairstyle?
«Mi auguro che le riflessioni e i buoni propositi delle scorse settimane restino vivi in tutti noi. Non possiamo sprecare una lezione così grande e tornare alla vecchia routine come se nulla fosse accaduto. Per il nostro settore mi auguro che i temi di cui abbiamo parlato all’inizio di questa chiacchierata si sviluppino davvero. L’ho detto precedentemente: reputo i cambiamenti delle leve per migliorare, per crescere, per evolversi. Quindi mi auguro fortemente che si presti sempre più attenzione all’esperienza di benessere e alla qualità del servizio a tutto tondo. Non dobbiamo realizzare solo un bel taglio e un bel colore, ma dobbiamo garantire alle nostre ospiti la possibilità di gestire i propri capelli da sole, nei limiti del possibile ovviamente. Alcuni servizi devono essere fatti solo ed esclusivamente in salone, ma dobbiamo rendere indipendenti le nostre ospiti per le cose di base, non possiamo più permetterci di lasciarle in difficoltà. Così come reputo fondamentale un’accoglienza eccellente.
Nel mio piccolo, immaginando la riapertura in assetto ospedaliero, tra mascherine e visiere, ho cercato di rendere più soft l’impatto e ho deciso di porgere un omaggio floreale virtuale a tutte le ospiti dei saloni Art And Science. L’ho fatto organizzando una mostra che è stata ospitata ed è tutt’ora allestita nei saloni di Modica, Catania, Bari, Noto e Molfetta. Il progetto si intitola “I giardini spettinati” ed è stato realizzato in esclusiva per i nostri saloni da Ornella Gullotta. Le sue opere ricche di colori e di luce hanno anche ispirato tre nuove tecniche di colorazione che stiamo utilizzando tantissimo. Torniamo da dove siamo partiti: il cambiamento non mi spaventa, anzi…!»