Vita di coppia
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Gaslighting: cos'è e perché starne alla larga

Se ne parla già da diversi anni, ma non tutti hanno ben chiaro in testa di cosa si tratti: oggi vi spieghiamo cos’è il gaslighting e vi diamo qualche suggerimento utile per contrastarlo.

Se ne parla già da diversi anni, ma non tutti hanno ben chiaro in testa di cosa si tratti: oggi vi spieghiamo cos’è il gaslighting e vi diamo qualche suggerimento utile per contrastarlo.

Tra le tante cose che vanno di moda oggi, c’è quella di diagnosticare disturbi della personalità alle persone che ci fanno del male. Come se l’essere stronzi (e basta) fosse ormai démodé e si avesse bisogno di trovare spiegazioni tra o sopra le righe, per adattarsi ai tempi che corrono. Quelli dell’informazione dal sapore di fast food e dei manuali diagnostici trasformati in post social. Un esempio di parole diventate mainstream nel tempo è gaslighting. Vediamo cosa significa e come capire di esserne in qualche modo vittima, per imparare a difendersi.

Cos'è il Gaslighting: significato

Cosa vuol dire gaslighting? Lo troviamo per la prima volta nell’opera teatrale Gaslight, di Patrick Hamilton, trasformata qualche anno dopo nel film Angoscia, di George Cukor, del 1944. La pellicola racconta la storia di una coppia - Paula e Gregory - e di come il marito faccia credere alla moglie di essere impazzita, rubando i gioielli di famiglia a sua insaputa.

Per farlo, modifica le luci delle lampade a gas della loro abitazione, riducendo la loro intensità. Nel momento in cui lei se ne rende conto, lui la convince, manipolandola, che si tratta soltanto del frutto della sua immaginazione. Porta così la donna a non fidarsi più di sé stessa, dei suoi giudizi e della sua percezione della realtà.

Nelle relazioni, la parola gaslighting è quindi utilizzata per indicare una forma di manipolazione psicologica che ha l’obiettivo di confondere il proprio interlocutore. La persona che manipola - chiamata gaslighter - disorienta la vittima tramite una distorsione della comunicazione.

In pratica, chi subisce questa violenza mentale così subdola e potente arriva a dubitare non solo di sé, ma anche della propria capacità di giudizio e discernimento nei confronti della realtà. Questo meccanismo di alterazione delle cose, ha come effetto una condizione di sottomissione, sudditanza psicologica e dipendenza, per la quale diventa complicato, per chi lo subisce, persino riuscire a prendere decisioni e comprendere la realtà in modo lucido.

Quali sono le caratteristiche del gaslighter

Il gaslighter è una persona che commette un abuso psicologico ai danni di un altro soggetto - solitamente si tratta del/la partner, ma potrebbe anche essere un/a figlio/a o un genitore. In questa ipotesi più specifica, vengono solitamente messi in atto atteggiamenti iperprotettivi, che si basano sul senso di colpa e sulla responsabilizzazione.

Non tutti i gaslighter sono narcisisti, ma possono sicuramente possedere alcuni tratti del narcisismo, quindi non avere empatia ed essere incapaci di comprendere la prospettiva altrui. Potrebbero anche avere degli atteggiamenti passivo-aggressivi, così come esercitare forme di violenza fisica. 

Solitamente, si parla di un individuo dotato di un’incredibile capacità di cambiare le carte in tavola, mettendole sempre a proprio vantaggio e rivestendo, così, il ruolo della vittima (nonostante sia palese che agisca come carnefice).

Da un punto di vista giuridico, il gaslighting non è un reato, sebbene alcuni comportamenti posaono tradursi nel reato di maltrattamenti in famiglia, stalking, minaccia o violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Quali sono i messaggi tipici di un manipolatore?

La manipolazione del gaslighter porta la vittima a perdere l’autostima e, in molti casi, anche la sanità mentale - si possono per esempio iniziare ad avere pensieri ossessivi di tipo paranoico, proprio a causa di questa incapacità autoindotta di interpretare correttamente ciò che succede. 

Il manipolatore emotivo mette in atto delle strategie - non sempre consapevoli - per raggirare la sua vittima e raggiungere determinati obiettivi. Lo fa per soddisfare il suo ego e accrescere la sua autostima. Persino il banalizzare sempre quello che l’altro dice può essere un campanello d’allarme di una situazione di gaslighting.

Ci sono, comunque, alcune frasi che vengono solitamente adottate all’interno di un meccanismo di manipolazione, che mirano a controllare l’altro, a sconvolgerne la percezione, stravolgerne i pensieri, shakerare le sue emozioni.

Si va dall’adulazione alla svalutazione, dalla critiche aperte e impassibili a un atteggiamento quasi intimidatorio, dalle continue bugie al negare l’evidenza con esclamazioni stereotipate, tipo «Sei pazz*, ti inventi le cose, sono solo paranoie, non è mai accaduto».

L'abuso del gaslighter può poi consistere anche nel silenzio manipolatorio, che porta di solito la vittima a chiedere scusa per aver solo avuto un dubbio legittimo, e il glissare sui discorsi nel momento in cui si viene messi alle strette.

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Come riconoscere il gaslighting

Così come i gaslighter hanno alcuni tratti di personalità che li accomunano e li rendono re e regine nel manipolare la percezione e i pensieri degli altri, chi viene abusato con più facilità ha, di solito, una tendenza alla dipendenza emotiva, poca autostima, un probabile trauma emotivo alle spalle e tanta fiducia negli altri essere umani.

Non essendo abituato a mentire, non si pone neanche il problema che altri individui potrebbero farlo alle sue spalle e sulla sua pelle. Ma come si fa a capire che qualcuno ci sta manipolando, specialmente se lo amiamo?

Intanto, la confusione e i dubbi costanti che si hanno sulla realtà, a partire, per esempio, dai ricordi, la svalutazione delle proprie idee e pensieri sulle cose, l'umiliazione, specie se pubblica. Anche il breadcrumbing, poi, può essere considerata una forma di manipolazione affettiva.

Come rispondere al gaslighting

Se ami un gaslighter, parti già con una penalizzazione. Sarà infatti più difficile renderti conto del meccanismo nel quale ti ritrovi, e riuscire a uscirne. Questo non vale solo nelle relazioni di coppia, ma anche in un contesto familiare.

I figli di una madre o un padre con tendenze manipolatorie avranno un gran numero di problemi sociali da affrontare: dalle insicurezze alla distorsione cognitiva e comunicativa alla difficoltà nel fidarsi degli altri. Saranno poi portati ad accettare costantemente partner manipolatori perché conoscono solo questa forma di amore. Nei casi peggiori, nel "pacchetto ereditario" ci saranno depressione, ansia cronica o la sindrome da stress post traumatico.

Nel momento in cui la vittima inizia a prendere consapevolezza della manipolazione subita - banalmente, dopo aver letto un articolo online - può iniziare a reagire e a staccarsi dal suo "aguzzino".  Gli altri possono avere controllo e potere su di noi fino a quando glielo permettiamo.

E per fuggire da questa nuvola di gas tossico è necessario provare a credere in sé stessi, smettere di chiedere scusa quando non ce n’è motivo, cercare il supporto di amici, parenti e, perché no, di un/a terapeuta, che rappresentano i primi passi per recuperare un po’ di amor proprio, praticare atti di gentilezza quotidiani verso di sé e riprendere, a poco a poco, il contatto con la realtà.

Immagine di anteprima: freepik