Vita di coppia
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Reciprocità di coppia: cos'è e come coltivarla

Alcune coppie si sfaldano nel tempo per la mancanza di reciprocità, cuore pulsante di una relazione che funziona e che abbatte tutti i disequilibri.

Alcune coppie si sfaldano nel tempo per la mancanza di reciprocità, cuore pulsante di una relazione che funziona e che abbatte tutti i disequilibri.

La reciprocità, ovvero la condizione di essere reciproco, è un concetto cardine nelle relazioni interpersonali, che permea i nostri rapporti quotidiani, rendendoli più sani e gratificanti. È l’equilibrio tra dare e ricevere che, se coltivato, rafforza i legami e favorisce una connessione autentica con le altre persone. La reciprocità è un elemento imprescindibile in una relazione di coppia, che bisogna imparare a nutrire per costruire un rapporto funzionale e duraturo.

Reciprocità in psicologia

Il termine reciprocità deriva dal latino rectus-procus-cum e significa “ciò che va e torna vicendevolmente”. Il principio della reciprocità è anche conosciuto come “la persuasione della reciprocità”. In pratica, quando facciamo qualcosa di carino nei confronti di qualcuno, emerge la nostra volontà di avvicinarlo a noi. In un certo senso, ci aspettiamo che, prima o poi, quel qualcuno finirà col ricambiare la nostra azione.

Ciò si verifica non perché quella persona si senta obbligata nei nostri confronti, ma per quella che prende il nome di “influenza sociale”. I comportamenti, i gesti, le emozioni degli altri ci influenzano, ci ispirano e incoraggiano a fare lo stesso nei loro confronti.

La reciprocità ci porta, dunque, a compiere un gesto altruistico verso gli altri, senza pressioni. I benefici di questa buona azione hanno conseguenze non solo per gli altri, che si sentono grati nei nostri confronti, ma soprattutto per noi stessi, che ci sentiamo bene per ciò che abbiamo fatto.

Reciprocità in amore

La reciprocità relazionale è il pilastro portante dei rapporti interpersonali, in particolare delle relazioni di coppia. La relazione amorosa è funzionale nel momento in cui si verifica uno scambio reciproco di attenzioni, gesti, pensieri, rispetto ai propri bisogni e alla propria capacità di esprimerli. Nella reciprocità in amore non possono mancare:

  1. l’intenzione;
  2. l’empatia;
  3. la credibilità.

Affinché quello che facciamo verso il/la partner possa essere credibile, ci deve essere la chiara intenzione di fare del bene. E in questo, l’empatia, ovvero la capacità di comprendere i bisogni dell’altro, non può mancare. Se le intenzioni che si celano dietro le nostre azioni sono altre, si perde il senso del gesto altruistico e, dunque, la sua credibilità.

Una coppia funzionale è quella che è riuscita a bilanciare il proprio rapporto, in questo continuo scambio, autentico e spontaneo, tra dare e ricevere.

Reciprocità asimmetrica

Nella vita di tutti i giorni, però, accade spesso che l'equilibrio di coppia venga alterato proprio dalla mancanza di reciprocità. Per esempio, può succedere che uno dei due partner faccia o dia di più dell’altro. Buttare l’immondizia, dar da mangiare ai gatti, pulire casa, fare la spesa e il bucato, cucinare diventano delle responsabilità a carico di una sola persona. L'assenza di reciprocità che si viene a creare può avere diverse conseguenze sui due membri della coppia.

Da un lato, la persona che dona di più, che si mostra più generosa, quella che si accolla tutto, insomma, può maturare sentimenti di risentimento, irritazione e sfruttamento nei confronti del/la partner. Una delle frasi cult in questi casi è: «Guarda che non sono tua madre!».

Dall’altro lato, chi è stato abituato a ricevere e basta, potrebbe finire in una sorta di dipendenza emotiva. La prima volta che si riceve un gesto gentile, questo viene accolto con gratitudine. Alla lunga, però, l’apprezzamento iniziale si trasforma in una sorta di dovere, quindi in una pretesa. Se uno dei due smette di dare quello che ha sempre dato, poi, chi ha sempre e solo ricevuto potrebbe agire sul senso di colpa, facendolo sentire sbagliato. 

Mancanza di reciprocità e coppia disfunzionale

Nel momento in cui si verifica la situazione appena descritta, perché la reciprocità viene a mancare (o non c’è mai stata), la relazione è ormai unidirezionale. Chi ha dato più amore nel tempo trascorso insieme può iniziare a sentirsi usato. Perché si sarebbe aspettato uno scambio, una restituzione per il bene generato e donato. A questo punto, la frattura emotiva potrebbe essere inevitabile e la frustrazione che ne deriva potrebbe portare alla fine inesorabile del rapporto, oppure a destabilizzare il benessere emotivo di entrambi i partner.

Se la storia va avanti in questo modo, però, si instaura una dinamica disfunzionale, alimentata da delusioni, rabbia, senso di trascuratezza e sofferenze. Il/la partner che non ricambia i gesti dell’altro viene visto come egoista e disinteressato.

Come coltivare la reciprocità di coppia

Quello che bisognerebbe iniziare a fare, se si vuole salvare il rapporto e (ri)trovare un equilibrio di coppia, è coltivare la reciprocità. Per esempio, attribuendo a ogni partner delle responsabilità reciproche, da rispettare.

La reciprocità si impara a partire dalle piccole cose quotidiane, quelle che generano i conflitti più grandi. Perché sono proprio le piccole attenzioni di ogni giorno, fatte di gesti e parole, il primo pezzo da curare per ritrovare la stabilità perduta, o mai avuta. 

E in questo percorso di restyling della coppia, la comunicazione è una componente fondamentale. Mettere nero su bianco ciò che si vorrebbe cambiare, fare una lista di compiti da dividersi, far notare all’altro le sue mancanze, senza rancore, possono essere un primo passo verso uno scambio più equo e un rapporto più soddisfacente.

Foto di apertura: Immagine di wayhomestudio su Freepik