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Calo del desiderio: uomini e donne istruzioni per l'uso

In una relazione di lunga data il desiderio può subire delle variazioni. Scopriamo di più sul desiderio nell'uomo e nella donna

In una relazione di lunga data il desiderio può subire delle variazioni. Scopriamo di più sul desiderio nell'uomo e nella donna

In un individuo sano l’intensità del desiderio sessuale è soggetta a forti variazioni nel corso dello sviluppo, indipendentemente dalle sue origini socioculturali: i bambini provano sensazioni erotiche evocate dalla stimolazione dei genitali; nella pubertà il desiderio segue un periodo di latenza in cui il desiderio sessuale è affievolito ed è caratterizzata poi da un incremento forte del desiderio; nella post-pubertà il desiderio si differenzia nei maschi e nelle femmine.

Nel maschio il desiderio sessuale trova la sua massima espressione intorno ai 17 anni poi declina lentamente. A quest’età il maschio è intensamente interessato al sesso, si eccita facilmente, ha comportamenti autoerotici aiutandosi con le fantasie sessuali, frequenza che varia da diverse volte al giorno a diverse volte alla settimana.

Nella femmina invece l’assenza della masturbazione ad esempio non ha un significato clinico e la libido aumenta lentamente fino ad arrivare ad un picco intorno ai 40 anni. Naturalmente alcuni fattori psicologici possono interferire in questo normale sviluppo della fisiologia del desiderio: la donna in menopausa, ad esempio, spesso sperimenta un calo di desiderio imputandolo al calo degli ormoni, quindi a una causa fisica. In realtà il calo degli ormoni femminili durante la menopausa produce solo una certa secchezza delle mucose, compresa quella vaginale, che può provocare una scarsa lubrificazione e quindi uno scarso piacere che scoraggia il desiderio. Peraltro la perdita della capacità fertile viene vissuta anche come perdita di femminilità.

Coltivare il desiderio: no al tutto e subito

Le coppie di lunga durata, per ovvi motivi, fanno più fatica a mantenere inalterato il livello di desiderio reciproco in quanto la convivenza e la quotidianità non consentono di sperimentare l’assenza dell’altro.
Se a questo aggiungiamo che, spesso, la quotidianità è anche costellata da inevitabili conflitti, è molto probabile che diventi difficile riscoprire nell’altro gli aspetti attraenti che ci avevano conquistato.

Accanto a tali fenomeni relazionali coesistono anche fenomeni sociali quali la continua esposizione mediatica allo stimolo erotico che per tutti fa inizialmente nascere il desiderio ma non permette l’instaurarsi del reciproco gioco di richiamo necessario a mantenerlo o ad aumentarlo.
Lo stimolo erotico è, in questo caso, fine a se stesso, in quanto non è mai presente un’alta percentuale di possibilità di raggiungere il piacere e, quindi, l’oggetto del desiderio.

In un contesto come quello occidentale in cui si aspira a una soddisfazione dei bisogni sempre immediata, il desiderio non trova più i suoi tempi e i suoi spazi ma, soprattutto, perde la sua funzione.
Avere la possibilità di soddisfare immediatamente certi bisogni crea la grande illusione di poter ottenere anche tutto il resto in questo modo e, allora, a cosa serve il desiderio come spinta alla conquista?
Soprattutto diventa inutile impegnarsi per coltivare il desiderio verso il/la partner continuando a fare piccoli gesti quotidiani in cui far passare un messaggio all’altro, mantenendosi attraenti agli occhi dell’altro, tutti aspetti che hanno garantito il trasporto reciproco nella prima fase del rapporto.

Direi che una coppia che abbia saputo integrare sentimenti centripeti come la stima, la fiducia e il rispetto reciproco e sentimenti centrifughi come il desiderio, la passione e la trasgressione è una coppia felice. Purtroppo, ovviamente, non è sempre così: da qui il luogo comune che identifica il matrimonio con la tomba del desiderio.

 Alcune indicazioni utili al mantenimento del desiderio possono apparire banali ma sempre attuali:

● non smettere mai di corteggiare
● alimentare il desiderio cercando di conoscere le aspettative, le preferenze sessuali (e non) dell’altro, per cercare di soddisfarle
● non trascurarsi fisicamente solo perché si dà per scontata la scelta del partner
● imparare a gestire i conflitti senza lasciarsi andare all’aggressività o, addirittura, alla violenza verbale: certi litigi sono sicuramente inutili per la soluzione del problema che li ha creati e lasciano i segni indelebili

Il mio consiglio alle coppie estremamente litigiose è di rivolgersi a un terapeuta di coppia che li aiuti a rivedere i propri modelli di coppia genitoriali, a imparare la comunicazione efficace in coppia e la gestione del litigio.

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