I giapponesi, famosi in tutto il mondo per le loro perversioni, sono ossessionati dal sesso. Hanno inventato il bukkake ed esportato gli hentai. Ma, tra le mure domestiche, marito e moglie non lo fanno quasi mai.
I giapponesi, famosi in tutto il mondo per le loro perversioni, sono ossessionati dal sesso. Hanno inventato il bukkake ed esportato gli hentai. Ma, tra le mure domestiche, marito e moglie non lo fanno quasi mai.Durante il periodo Edo, ovvero tra il XVII e XIX secolo, il Giappone visse un’epoca di grande libertà sessuale, come dimostra la diffusione degli shunga, stampe erotiche molto esplicite e fantasiose, che venivano tradizionalmente regalate alle figlie dei samurai il giorno del matrimonio. Negli shunga si poteva trovare di tutto: scene omosex, suore buddiste intente a masturbarsi con un dildo, persino un cunnilingus praticato da una piovra, mentre nella vita reale per gli uomini era normale avere più mogli e amanti. Ciò accadeva durante il sakoku, il lungo periodo di isolamento nipponico, terminato quando le navi nere del commodoro Matthew Perry si ancorarono nel porto di Uraga.
Era l’8 luglio 1853: quel giorno il Giappone cominciò ad aprirsi all’Occidente, mentre i suoi abitanti iniziarono a chiudersi in loro stessi. In modo evidente e persino preoccupante, come racconta l’episodio ‘Tokyo’ della docuserie di Netflix Sex & Love Around the World, in cui la giornalista della CNN Christiane Amanpour prova a raccontare come vengono vissuti amore e sessualità in sei metropoli globali.
Foto: Sean Pavone © 123RF.com
IN PUBBLICO
Tokyo è una città enorme e moderna, in cui si può trovare facilmente di tutto. Ma non due fidanzatini mano nella mano: in una società che non ama il contatto fisico e in cui dire “Ai shiteru yo” (“Ti amo”) crea imbarazzo, è infatti ‘anormale’ mostrare affetto in pubblico. Va da sé che, passeggiando per la città, scorgere una coppia che si bacia sia ancora più complicato.
SESSO PREMATRIMONIALI
A differenza di quanto accade in altri Paesi, la verginità prima del matrimonio non è un valore irrinunciabile. Con tanta libertà in mano, non è che i giovani giapponesi si diano molto da fare: se in media la prima volta arriva a 19,4 anni, una ricerca dell’Università di Tokyo pubblicata nel 2018 ha evidenziato come un quarto dei giapponesi (non sposati) sotto i 39 anni non abbia mai avuto rapporti sessuali.
MATRIMONIO
Una volta celebrate le nozze, le cose non migliorano molto. Anzi, se possibile peggiorano. A Tokyo, così come nel resto del Giappone, i matrimonio asessuati sono una realtà diffusa e ormai accettata. Le coppie nipponiche fanno poco sesso, forse anche perché lo fanno male, come spiegano alcune donne a Christiane Amanpour, insoddisfatte dallo scarso impegno profuso dai mariti nei (pochi) momenti di intimità. Una conseguenza collaterale di tutto questo è il bassissimo tasso di natalità del Giappone.
PROSTITUZIONE
Colpa dei mariti o delle moglie? Non è dato saperlo. Di sicuro, a Tokyo il mercato della prostituzione è decisamente florido: la sensazione è che, se a casa si trattengono, si diano invece molto da fare negli hotel a ore e nelle case chiuse mascherate da centri estetici, dove è possibile ‘ordinare’ ogni tipo di escort. Sebbene il mestiere più antico del mondo sia illegale, non mancano le scappatoie: in primo luogo non sono previste pene giudiziarie, in secondo la prostituzione è limitata al coito, con tutti gli altri atti sessuali che rimangono legali. Avviso ai vacanzieri, però: generalmente i locali dove lavorano le prostitute non consentono l’ingresso agli stranieri.
Foto: Sean Pavone © 123RF.com
QUARTIERE A LUCI ROSSE
Kabukichō, il quartiere a luci rosse più grande del mondo, si trova proprio a Tokyo. Ma non è l’unico dell’immensa capitale nipponica. Qui e negli altri si può trovare di tutto: dalle prostitute in divisa scolastica alle tradizionali geishe, fino ai distributori di mutandine usate e sexy shop che vendono sacchetti di peli pubici.
HOST CLUB
Per provare qualcosa di diverso, le donne scelgono sempre più spesso di frequentare i cosiddetti host club, dove possono sperimentare la ‘boyfriend experience’, ricevendo per qualche ora attenzione e affetto dai ragazzi che ci lavorano, a cui confidano i problemi che hanno con mariti e fidanzati. Niente sesso, però: come spiega uno dei ragazzi a Christiane Amanpour, se le clienti uscissero al locale davvero soddisfatte, poi potrebbero non tornarci più.
PORNO
In Giappone i video pornografici non possono mostrare le parti intime, che perciò vengono censurate aumentando la dimensione dei pixel. La naturale conseguenza è che, non potendo mostrare la penetrazione, l’industria hard nipponica si è inventata una miriade di pratiche bizzarre e sottogeneri. Qualche esempio? Il bukkake e il gokkun, diventati popolari anche in Occidente. Curiosamente, la censura riguarda anche gli hentai, ovvero fumetti e film di animazione hard, nonostante ciò molto apprezzati all’estero.
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GAY DISTRICT
Il quartiere di Shinjuko non ospita solo la stazione ferroviaria più trafficata al mondo, ma anche il gay district più vivace di tutto il Giappone, dove è possibile trovare il locale adatto a soddisfare qualunque desiderio. Nel Paese del Sol Levante l’omosessualità è accettata, ovviamente più nelle città che nelle zone rurali: negli shunga non di rado venivano illustrati rapporti gay, come oggi succede nei manga, e in passato era molto popolare la figura del kagema, spesso un attore di kabuki pronto a soddisfare, fuori dalla scene, una clientela maschile. Curiosità: secondo alcune ricerche, il Giappone è lo Stato asiatico con la più alta percentuale di persone che hanno avuto un qualche tipo di incontro omosessuale.
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