Adescate con la promessa di un lavoro oltre il confine, vengono messe incinte e poi abbandonate: lo svela un rapporto di Human Rights Watch.
Adescate con la promessa di un lavoro oltre il confine, vengono messe incinte e poi abbandonate: lo svela un rapporto di Human Rights Watch.Nella serie tv The Handmaid’s Tale le donne venivano divise in due categorie: le sterili e le fertili. Queste ultime venivano usate come incubatrici per dare figli alle coppie di alto rango che non potevano averne. La stessa funzione la svolgono oggi le donne Kachin, una minoranza per lo più cristiana che vive in Birmania.
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Il rapporto di Human Rights Watch (HRW), intitolato “Dacci un bambino e ti lasceremo andare”, ha squarciato il velo sulla tratta delle donne di questa regione, attirate con l'inganno e sfruttate per fare figli oltre il confine cinese, dove le donne sono ormai merce rara.
Ecco come funziona la tratta delle donne incubatrici dalla Birmania alla Cina.
La politica del figlio unico
Il fenomeno si è sviluppato a causa delle conseguenze nefaste della politica del figlio unico, entrata in vigore nel 1979 in Cina. La legge vietava alle donne di avere più di un figlio. Per avere forza lavoro in famiglia, si preferiva dare alla luce i maschi, abortendo le femmine.
Ciò ha portato al dimezzamento della popolazione, ma anche a una penuria di donne nel Paese, specialmente nelle campagne. Per questo la politica del figlio unico è stata abolita nel 2015. Per chi riesce ad andare in città, le possibilità di trovare moglie aumentano. Non è lo stesso per chi resta nelle province sperdute. Qui entrano in gioco le donne Kachin.
Il traffico delle donne incubatrici
I trafficanti, che arrivano a guadagnare fino a 13.000 dollari per ogni donna venduta a un uomo cinese, attirano le sventurate oltre il confine con la promessa di un lavoro da cameriera o commessa. Qualsiasi cosa funziona se può alimentare la speranza di un futuro fuori dalla povertà assoluta della Birmania, dilaniata da una lotta intestina per l'indipendenza del Kachin.
Queste donne vengono circuite da amici o parenti che godono della loro piena fiducia. Le convincono ad andare in Cina e una volta lì, si trovano davanti ad un orrendo destino inatteso. Diventano schiave sessuali dalle famiglie che le hanno comprate.
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Chiuse per giorni in una stanza, vengono violentate o sottoposte a trattamenti per la fertilità per assicurare un discendente alla famiglia. Dopo il parto, divenute inutili, vengono abbandonate in mezzo alle campagne cinesi, senza aiuto né soldi né mezzi per tornare a casa.
La pericolosa “fame d'amore”
Si calcola che in Cina ci siano circa 40 milioni di uomini in più rispetto alle donne. Alcuni di loro non si sposeranno mai con una loro connazionale. Per questo le donne della Birmania sembrano la comoda soluzione a quella che si profila come una vera e propria emergenza demografica. Le 73 interviste raccolte da Human Rights Watch svelano il prezzo di questa terribile "fame d'amore", anche se al momento l'organizzazione si è detta non in grado di stimare quante donne sono coinvolte nella tratta.