A volte non condividiamo le nostre fantasie sessuali per timore di essere giudicate dall’altro. Accade quando siamo le prime a giudicarci: “perché sto pensando questa cosa? Sono una pervertita”.
Confondiamo l’immaginazione erotica con un disturbo psicologico e ci precludiamo al possibilità di sperimentare del sesso diverso - e più azzardato - con l’altro perché abbiamo timore che possa piacerci. E che ci possiamo abituare a praticarlo.
Distinguere il significato di fantasia da quello di perversione è fondamentale. Non differiscono per il tipo di contenuto erotico che si immagina ma per la modalità con cui si ha accesso al piacere. Quando abbiamo una fantasia erotica e ci permettiamo di viverla, ci eccitiamo: ci divertiamo, ci sentiamo complici con l’altro e vediamo il sesso come un campo di nuova conoscenza intima.
La fantasia erotica diventa un “qualcosa in più” che, quando arriva, stuzzica entrambi nel rapporto. Se non c’è, se ne può fare a meno. Se c’è, arricchisce la sessualità.
La perversione è, invece, un ostacolo al piacere: siamo pervertite se non riusciamo ad eccitarci in assenza di una certa fantasia sessuale. La perversione diventa quindi una “condicio sine qua non”.
Quando diventiamo dipendenti dalla nostra immaginazione erotica e perdiamo il contatto con la realtà e le emozioni del nostro corpo, entriamo nella dimensione della perversione.
Facciamo un esempio. Ci sono coppie che hanno fatto, una volta o più, sesso in luoghi pubblici: magari in quel momento l’idea di poter essere scoperti è stata eccitante. Ci sono poi altre coppie che fanno sesso solo in luoghi pubblici perché in privato non riesciurebbero ad eccitarci: questa è una forma di perversione. Fare sesso in modo fantasioso e stuzzicante è bello. Non preoccuparti di accedere alla tue fantasie sessuali: non sono sbagliate, né c’è da temerle. Chiaramente, è bene non perdere il contatto intimo ed emotivo con l’altro.
La fantasia riguarda la sessualità tra corpi. La perversione è invece una relazione tra le loro teste.
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