Amore e soldi: un legame "a conto unico"

I soldi non comprano la felicità: l’amore sì. I soldi non comprano l’amore. Però, se diventano il fine, possono comprometterlo.

Come quando l’amore diventa tutta “una questione di calcoli”

Come quando il compagno viene visto prima come un’ancora economica, poi affettiva. Come quando “tutto deve essere messo a conto unico”. Perché “altrimenti che matrimonio è”,“che amore è”.

Ci sono coppie che non hanno problemi ad aprirsi un conto in banca unico e a unire i frutti delle forze

Che non pesano sulla bilancia “quanto ci hai messo di tu” così che “controllo quanto ci ho messo di mio”. Coppie in cui anche solo uno dei due partner non si farebbe problemi se dovesse “mantenere” l’altro, che si trova in difficoltà. In cui regna l'altruismo anche sul pragmatismo.

Ci sono poi altre coppie in cui uno dei due ha perplessità ad aprire il conto in banca unico

Ma alla fine l’altro lo convince: allora nasce l’unione economica, che però non è del tutto condivisa. Allora magari il partner non completamente convinto tenderà a controllare l’altro: a vedere “quanto prelevi dal conto”, a lamentarsi perché “ma caspita quanto hai speso”.

Ci sono poi coppie che “vorrei ma non ci riesco”

Perché hanno vissuto fregature in passato e nessuno dei due vuole esporsi così tanto sul piano puramente materiale con l’altro. Coppie in cui “quel che mio è mio, quel che è tuo è tuo”. Perché “un giorno, se ci separiamo, almeno non abbiamo altre grane”. Sono le coppie che vivono l’amore nell’ansia della fine.

Infine ci sono le coppie che questa domanda non se la pongono

Che magari sono sposate, felici e, se hanno bisogno di un contributo economico dal partner, non si fanno problemi a chiedere. Nè a darlo, a propria volta.

I soldi non sono la risposta. L’amore lo è. Ed è anche la domanda. Non possiamo amare i soldi più dell’amore stesso.

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