"Tutti contano ma nessuno è indispensabile", direbbe una superdonna. Ma ecco che cosa si nasconde dietro questa armatura.
"Tutti contano ma nessuno è indispensabile", direbbe una superdonna. Ma ecco che cosa si nasconde dietro questa armatura.“Faccio io, non preoccuparti”. “Se hai un problema, basta dirlo”. “Quante volte ti ho detto di non far scuocere il riso?”. “E come al solito tocca a me pensare a tutto”. “No, lascia. Pago io”. “Dai, usciamo che ti porto a fare shopping”. Se ti riconosci in almeno due di queste frasi sei una wonderwoman, anche tu. Letteralmente significa “super-donna” ma wonderwoman suona meglio.
Agli occhi degli altri sembri la donna perfetta: quella risoluta, determinata, (giustamente) piena di sé.
Una che sa quello che vuole, soprattutto dagli uomini. Una che è o tutto o niente. Una che non ha bisogno di nessuno perché quel che desidera sa prenderselo già da sé. Una che o trova un uomo “con gli attributi” di un uomo o “meglio sola che male accompagnata”. A un primo sguardo si direbbe che tu sia impeccabile. Ma chi ti conosce a fondo sa che non è propriamente così.
Lo sai anche tu.
Punti a fare quella irraggiungibile, ad adottare un modus operandi sfuggente. Sotto sotto però non desideri altro che essere acchiappata. Da quello giusto, si intende, che sappia vedere oltre le apparenze della superdonna.
La sindrome da wonderwoman funziona così: ci si mostra indistruttibili per non essere colpite nella propria zona fragile.
Ci si ripara, ci si arma di corazza e sorriso sfidante. Ci si convince di essere programmate per la solitudine perché “nessuno potrebbe mai capire”. Il rischio è quello di restare aggrappate a questa idea, anche quando si trova il partner adatto. Occorre deporre la corazza quando non serve più. In fondo è più coraggioso fidarsi e buttarsi nell'amore. Piuttosto che chiudersi in se stesse e non vivere alcun rischio.
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