Keanu Reeves ha presentato al mondo il suo amore, Alexandra Grant. Il popolo del web non ha tardato a dire la sua: lui sarebbe 'troppo' per lei.
Keanu Reeves ha presentato al mondo il suo amore, Alexandra Grant. Il popolo del web non ha tardato a dire la sua: lui sarebbe 'troppo' per lei.Ci ha messo vent’anni per ritrovare la pace e lasciar entrare di nuovo qualcuno nel suo cuore: era il 2001 quando Keanu Reeves perse, in un terribile incidente, la compagna Jennifer Syme, giunta all’ottavo mese di gravidanza. Vent’anni sono davvero tanti. Magari tu che stai leggendo queste righe, non li hai ancora compiuti. Non sai ancora quanto male possa fare la perdita di qualcuno che si ama. Non sai quanto la vita possa trasformarci nel tempo in pistacchi chiusi, quelli che riesci ad aprire solo facendoti sanguinare le unghie.
Keanu Reeves lo sa bene, invece. Ci ha messo tanto a sanare le sue ferite e ha ritrovato la voglia di amare nella donna con la quale si è presentato al grande pubblico il 2 novembre 2019, in occasione dell’edizione 2019 del LACMA Art + Film Gala. Il gossip e la polemichetta sterile sui social, però, non si fermano davanti a niente. Ignorano il dolore, la decenza, il buon senso, l’educazione.
E così la nuova compagna di Keanu Reeves, Alexandra Grant, è divenuta, nel giro di un paio di passi, il nuovo bersaglio prediletto delle malelingue o la vittima sacrificale dei buonisti, ma anche lo stendardo da sollevare per fare un po' di spicciolo femminismo da tastiera. Alexandra Grant, visual artist di 46 anni, è stata crocifissa per tutta una serie di motivi che non costituiscono i pezzi di puzzle che il mondo satinato di Hollywood ci ha abituato a mettere insieme.
Lui è bello? Lei non può essere da meno. Così, una donna che sceglie, con la propria testa, di non tingersi i capelli, di non fare del botox la sua religione e di vivere i suoi 46 anni con qualche ruga sprezzante sul suo volto, diventa immeritevole di stare al fianco di un uomo che dovrebbe invece essere accompagnato da una top model, come Di Caprio. Trascurando quello che dovrebbe essere il dettaglio più ovvio, quello che dovrebbe portare a consumare intere confezioni di Kleenex: Keanu è di nuovo felice. Si è innamorato un’altra volta. Non è più un pistacchio chiuso. E invece no. Vai con la solita valanga di commenti sterili e di cattiverie consumate quasi fossero cicchetti a 1 euro.
Eppure, il mondo di Hollywood ci aveva già dato in pasto coppie ben lontane dalla definizione canonica di “ben assortite”. Basti pensare al caso Hugh Jackman, sposato dal 1996 (e fedelissimo) con Deborra-Lee Furness, che ha anche 13 anni in più di lui. Per non parlare della moglie di Pierce Brosnan, Keely Shaye Smith, che negli anni si è sempre mostrata accanto all’affascinante marito in pubblico senza nascondere qualche chilo in più.
Quante volte vi è capitato, negli anni, di sentire frasi come “Non capisco cosa ci abbia visto in lei”, “Se stanno insieme lei sarà sicuramente brava a letto”, “Certa gente non si merita la fortuna che ha”, “Fra un paio d’anni avrà già dimenticato quella sciacquetta?”. A me tante, troppe. Solo che non ho mai reagito.
Chi ci dà il diritto di esternare pensieri di questo tipo? La democrazia del web che ci trasforma tutti in opinionisti? Una concezione stereotipata della realtà per la quale la bellezza si nutre di altra bellezza? L’idea che disattendere un canone estetico sia solo un incidente di percorso, una svista, un problema di diottrie? Cosa ci porta a fare commenti da bar basandoci soltanto su una questione di accostamenti di nasi più dritti, sorrisi più smaglianti, distanze pupillari più giuste? Quanto si è appiattita la nostra visione del mondo di fronte a una percezione delle cose così limitata?
Siamo così abituati a una determinata idea di bello, che abbiamo perso di vista l’essenziale. Sì, quello che quando vogliamo fingerci radical chic diciamo che "è invisibile agli occhi". Ché, alla fine della fiera, se due persone si vogliono bene è perché hanno visto quello che si cela sotto la corazza. E se manca quello, puoi regalarti la messa in piega e il colore di capelli all’ultimo grido, puoi stirare le tue zampe di gallina fino a trasformarti nella tua gemella cinese. Ma se togli quello, non ti resta niente. Se non la tua tastiera e quei quindici minuti di celebrità di cui ci parlava Andy Warhol. Solo che la ruota gira e se non la fermi, un giorno, quella che non è “niente di che” al fianco dell’uomo che ama, be’, potresti essere tu.
Foto apertura: LaPresse