Denunciare a volte non basta: la fuga è il rimedio estremo contro la violenza domestica. Ecco perché abbiamo bisogno delle case rifugio.
Denunciare a volte non basta: la fuga è il rimedio estremo contro la violenza domestica. Ecco perché abbiamo bisogno delle case rifugio.Secondo il dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, in Italia ci sono 74 case rifugio per donne maltrattate. A queste strutture si aggiungono comunità dei servizi sociali locali, per un totale di 700 posti letto segreti, in cui donne vittime di violenza psicologica e fisica possono nascondersi.
Trovare aiuto nelle case rifugio non è difficile. La prima cosa da fare è prendere il coraggio a due mani e andare via.
A proteggere le donne maltrattate in Italia ci pensano due reti. Di.Re (Donne in rete contro la violenza), che conta 60 centri in tutta Italia. La rete Arianna, dipendente dalla Presidenza del Consiglio, che è composta da 165 case rifugio per donne maltrattate. Si tratta di ambienti essenziali, in grado di offrire un posto sicuro alle donne in fuga e ai figli che queste spesso portano via con loro.
Una delle pioniere delle case rifugio è Marisa Guarneri, presidente della Casa delle donne maltrattate di Milano. Il primo centralino anti-violenza lo ha aperto nel 1988. La prima casa rifugio, nel 1991, grazie ai 40 milioni raccolti tra le donne milanesi. “L’uscita di casa comporta una strategia, dei passaggi, ma quando c’è l’emergenza saltano”, racconta al Corriere della Sera Marisa Guarneri. “Abbiamo aiutato donne di tutte le età a fuggire in modo quasi rocambolesco. Alcune si travestivano con la parrucca”.
Le realtà regionali che offrono protezione alle vittime di violenza psicologica e fisica in Italia sono numerose. Una di queste è l'associazione Demetra donne in aiuto. È nata per volontà di un gruppo di donne di Lugo che, nel 2005, vollero aprire un posto sicuro per tutte quelle donne vittime di violenza familiare o extra familiare. Dal 2014 il progetto si è ampliato grazie alla Casa Rifugio Kalimera, che ospita le donne con o senza figli che hanno necessità di allontanarsi dalla propria casa e dai partner violenti o maltrattanti. In 11 anni di attività ha accolto 690 donne vittime di violenza.
Ci sono anche associazioni che, pur non potendo ospitare, offrono un salvagente a quelle donne in difficoltà economiche, vittime di violenza. Una di queste è Salvamamme, associazione autrice del progetto “Valigia di Salvataggio”. Si tratta di un trolley contenente un guardaroba di prima necessità, prodotti igienici e una nuova SIM per il telefono. Salvamamme offre nel kit anche un rifugio provvisorio e tranquillo, consigli legali e supporto psicologico gratuito. Il tutto per permettere alle donne vittime di violenza di affrontare le prime 120 ore di fuga, un lasso di tempo molto delicato. Da aprile 2014 sono 293 le valigie consegnate a chi ha avuto il coraggio di denunciare e andare via da un uomo violento.