Bisogna allenarsi alla dolcezza e comprendere come e quando sia meglio manifestarla.
Bisogna allenarsi alla dolcezza e comprendere come e quando sia meglio manifestarla.Quando ci innamoriamo di qualcuno, mostriamo il nostro lato più dolce. Lo riscopriamo, lo riattiviamo. Magari lo davamo per perso e invece eccolo qua: pronto a rimettersi in gioco, dentro di noi, con l’altro.
A volte siamo talmente prese dalla dolcezza che la manifestiamo in modo smisurato e meraviglioso. Vogliamo stare sempre con il partner, sentirlo, dargli 10 baci del buongiorno e scrivergli 3 messaggi di buonanotte.
Ci facciamo talmente prendere dalla gioia di aver trovato qualcuno che ci corrisponda che esplodiamo di affetto. Fin qui non c’è nulla di sbagliato ma bisogna stare attente a come ci poniamo nella relazione, soprattutto se siamo agli inizi. L’altro potrebbe infatti interpretare il nostro entusiasmo come una dipendenza o, ancora, come una pretesa di averlo accanto 24 ore su 24. O, peggio ancora, come un bisogno di volerlo controllare.
La dolcezza è una splendida qualità ma occorre imparare a dosarla e soprattutto a gestire la somministrazione delle cosiddette “pillole dolci”.
Ci sono momenti e momenti per vivere l’affettività e non sempre “è il luogo o il momento adatto” per fiondarsi con gli occhi a cuore sull’altro. Si tratta di una questione di pratica e di consapevolezza. Quando passiamo dall’essere single e inacidite all’essere fidanzate e innamorate di qualcuno, ci riempiamo all’improvviso di un’energia che va ricalibrata. In questa sorta di allenamento alle manifestazioni d’affetto, potrà succedere di “sforare” o di peccare di “eccessiva mielosità” di tanto in tanto.
Di solito ci pensa l’altro a farcelo notare: “sei troppo appiccicosa”, “fammi respirare”, “anche io voglio stare con te ma dammi un attimo di tregua”.
Il punto è che le parole dette dal partner per scherzare possono essere fraintese e scatenare in noi una ribellione emotiva che, anziché portarci a riflettere sul contenuto del messaggio, ci induce a traviarne la lettura.
“Non mi vuole come lo voglio io”, “non vuole stare con me”, “mi sta dicendo che sono invadente”: i pensieri che elaboriamo possono portarci a essere più chiuse e distaccate.
Occhio a non fraintendere una battuta con un giudizio! E, soprattutto, ben venga un piccolo allenamento alle dolci questioni di coppia. Si può mostrare tutta le tenerezza che si desidera, senza ritrovarsi a fare le “cozze” aggrappate allo scoglio. Il mare è abbastanza grande per entrambi e non c’è niente di più libero e spontaneo che nuotarci insieme, senza starsi addosso col rischio di soffocarsi a vicenda.
La dolcezza è una cara compagna: impariamo a frequentarla e conoscerla con la maturità della nostra parte adulta e l’ingenuità della parte bambina.
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