Sensibile e sospettoso: in lui convivono tenerezza e tempesta affettiva. Ecco come si comporta un border in amore.
Sensibile e sospettoso: in lui convivono tenerezza e tempesta affettiva. Ecco come si comporta un border in amore.Sono intelligenti, sensibili, intuitivi. Ti fanno vivere emozioni intense, dal principio. Confidano quasi subito tutto di sé, dichiarano i propri sentimenti con velocità, iniziano a sognare famiglia-figli-matrimonio dopo qualche mese. All’inizio sembra che con loro sia nata un’intesa estrema: non a caso la relazione con un borderline è sempre simbiotica e profondamente emotiva. Fino a un certo punto. Perché d’un tratto la loro tenerezza si trasforma in tempesta.
Amare chi soffre del disturbo borderline
Allora diventano il contrario di ciò che, fino a poco prima, ci hanno fatto vedere di essere. In psicologia si chiama “attacco al legame”. Il border ha un’immagine negativa di sé e degli altri: in amore si sente indegno dei sentimenti e per questo ne diventa sospettoso.
Tende ad avere sfiducia e a mettere alla prova - quasi esasperata - il partner nel momento in cui avverte il rischio di poter dipendere affettivamente. Ogni strumento diventa lecito: dall’abbandono improvviso al tradimento, da un litigio incandescente costruito sul nulla fino a provocazioni e maltrattamenti. Passata la tempesta, si scusano, promettono di non farlo più e ritornano magicamente al loro stadio di tenera innocenza.
Ti odio perché mi ami
“Ti odio perché mi ami” è il leitmotiv della relazione d’amore per un borderline. E rappresenta il paradosso più frustrante per il partner coinvolto. Più il rapporto sarà importante per il border, più aumenteranno le sue ansie di intimità e i tentativi di ferire l’altro. Per questo il border sembra disprezzare chi lo ama e amare chi è anaffettivo. Se pensiamo al classico “effetto yo-yo” (per cui tendiamo a rincorrere chi ci evita e a sfuggire a chi ci ama) possiamo dire che piccoli tratti border siano presenti in ciascuno di noi. Piccoli, certo. Con il vero borderline, come sopra scritto, è tutt’altra storia.
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