Perché tiriamo fuori “il meglio” e “il peggio” dell’altro

C’è una frase di Goethe, che dice: “la chiarezza è una giusta distribuzione di ombre e luci”. Si tratta di un pensiero perfettamente applicabile alla vita di coppia: in particolare quando iniziamo a conoscere l’altro.

Più andiamo a fondo nella relazione, meno possiamo evitare di entrare in contatto con le ferite e le zone d’ombra che lo (e ci) riguardano.

Allo stesso modo, tiriamo fuori “il meglio” che c’è in lui: non è un caso che, quando si è innamorati, si sia più disponibili e i “sacrifici” pesino meno. Soprattutto se farli contribuisce a rendere felice il partner.

Il sentimento agisce come leva, portandoci a provare stati d’animo estremamente positivi e anche negativi

Si può passare dalla gioia alla tristezza, da apertura ed empatia a chiusura e rabbia. La fiducia nella relazione giocherà un ruolo fondamentale.

Quando coesistono amore e pazienza, gli scontri servono per incontrarsi

Ricordarsi che si sta conoscendo l’altro è un altro punto chiave: nessuno è come immaginiamo. Riuscire a scoprire “luci” e “ombre” di qualcuno serve a farcelo vedere con chiarezza.

Allora, iniziamo ad amarlo (e a essere amate) con più autenticità

Al contrario, se abbiamo intrapreso una relazione in cui predomina il “piattume” emozionale, varrà la pena domandarsi quanto potenziale d’amore ci sia effettivamente. L’altro ha un effettivo potere su di noi? E noi, quale potere abbiamo sull’altro?

Amare vuol dire avere il potere

Infine, non c’è da spaventarsi dei “lati peggiori” venuti fuori: se sono emersi, vuol dire che erano dentro di noi. In una coppia sana ed equilibrata, ritorna sempre l’equilibrio. Il vero sentimento è un gioco tra luci e ombre, che finisce con un pareggio perfetto.

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