Guardare il successo dell’altro, fare confronti, sminuire. Ecco cosa accade (e perché) quando c’è competizione in coppia.
Guardare il successo dell’altro, fare confronti, sminuire. Ecco cosa accade (e perché) quando c’è competizione in coppia.Altro che aiutarsi, starsi vicino, motivarsi a vicenda. Ci sono coppie in cui la competizione è un “must” e non ci si attiva più di tanto, se si vede il partner in difficoltà. Non che faccia piacere pensare all'altro in una crisi di lavoro, per esempio. Semplicemente, si resta concentrati sul proprio ed esclusivo successo personale.
Ci sono relazioni che sembrano più gare che storie d'amore.
La rivalità che si instaura tra i partner nasce, generalmente, da un senso di frustrazione e scontentezza di uno dei due. Dal momento che non si ci sente all’altezza "in generale", si trova inconsciamente uno spazio (anche ristretto, come quello relazionale) in cui esercitare il proprio potere personale.
Si finisce così con l’atteggiarsi a partner superiori, pronti ad attaccare al primo confronto e a sminuire il compagno.
Senza accorgersene ci si trasforma in piccoli giudici, di se stessi e dell'altro. La faccenda si complica quando il senso di competizione è presente in entrambi. A questo punto non c’è più uno dei due che "bilancia" il rapporto e il sentimento di rivalità si innesta nella coppia.
Il paradosso è che più ci si impegna nella gara più ci si allontana dalla felicità.
Quando siamo soddisfatti di noi stessi, non abbiamo motivi per guardare al successo dell’altro: semplicemente gioiamo insieme a lui, quando arriva. Se invece non abbiamo ancora raggiunto obiettivi autentici (che ci entusiasmano, perché ci corrispondono), ogni piccola vittoria del partner ci ricorda quanto siamo indietro rispetto ai nostri sogni. Per uscire dalla dinamica della competizione bisogna, innanzitutto, fare il punto con se stessi. Essere sinceri, guardare i propri risultati e dirsi quanto si è disposti a impegnarsi per migliorarli o raggiungerli. Senza dimenticare di avere un partner accanto, che è più un alleato che un compagno di gare.
Allora la competizione diventa complicità.
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