Come capire quando andare a convivere

Non è solo questione di tempo né di intensità del sentimento. Può accadere dopo un mese, due anni, o dieci. Il momento giusto per andare a convivere arriva quando nella coppia sono presenti anche altri fattori. Come l’autonomia emotiva, la fiducia, l’equilibrio affettivo e la gestione dei propri spazi extra-relazionali.

Spesso si affrettano i tempi: per mettere alla prova l’interesse del partner, per seguire un modello sociale, per smettere di vivere da soli, per dimostrare agli amici che “anche noi ce l’abbiamo fatta”.

Si anticipa, così, una scelta importante rischiando di bruciare l’equilibrio di coppia perché ancora non si è pronti. La convivenza è una scelta che si matura insieme. Se uno dei due partner desidera andare a convivere mentre l’altro no, meglio rispettare i tempi senza far pressioni.

Si tratta, infatti, a tutti gli effetti di una nuova fase della relazione: una sorta di “secondo tempo” dove iniziamo a conoscere l’altro nella sua quotidianità, che a quel punto diventa anche la nostra.

Prima di imballare gli scatoloni e pensare a come arredare la casa, è importante allora valutare alcuni aspetti. Siamo pronti ad allenarci nell’arte del compromesso? Riusciamo a ritagliare all’interno della relazione i nostri spazi e a far vivere all'altro i suoi? Il dialogo funziona, o “la coppia scoppia” al primo battibecco? Conosciamo i difetti dell’altro e i nostri? Se vediamo il partner giù di corda, o arrabbiato, riusciamo a non farci travolgere dal suo stato d’animo?

Quando amiamo qualcuno, è naturale desiderare stargli accanto ogni giorno, gradualmente, di più. Realizzare il desiderio della convivenza è una conquista, che avrà tanto più successo quanto più chiara sarà la consapevolezza di entrambi.

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