Luca e Miriam hanno imparato a correre insieme, nonostante gli otto anni di differenza. Ecco perché una storia d'amore con una donna più grande non è più un tabù e, soprattutto, funziona.
Luca e Miriam hanno imparato a correre insieme, nonostante gli otto anni di differenza. Ecco perché una storia d'amore con una donna più grande non è più un tabù e, soprattutto, funziona.Siamo abituati a pensare che sia “normale” che la differenza d'età sia a vantaggio dell'uomo, che sceglie una donna più giovane. Ma l'abbondanza di uomini immaturi, anche over 50, hanno iniziato a convincere le donne a guardare più in basso, dove spuntano ragazzi molto più maturi di quanto ci si aspetti.
Luca ha 33 anni, fa l'hair stylist e vive a Busto Arsizio. Con lui c'è Miriam, 41 anni, esperta di telecomunicazioni e madre di due bambini. Tra loro, otto anni di differenza e un amore che resiste da dodici. La differenza d'età? Una cosa su cui giocano, che a volte si fa sentire, ma viene liquidata con amore, passione e tanti ricordi custoditi in un prezioso manuale.
Quindi l'amore tra una donna più grande e un uomo più giovane funziona? Ecco l'esperienza di Luca e Miriam.
Quando e come vi siete conosciuti
Lei: In un posto impensabile: ci siamo conosciuti in chiesa. Lui suonava l'organo e io seguivo la messa.
Lui: La ricordo con questo suo vestito rosso, che si faceva notare, e mi sono detto: “Perché no?”.
Com'è iniziata la vostra storia?
Lei: Luca ha fatto il primo passo! Io ero abbastanza frenata, c'è voluto quasi un anno per potergli dare fiducia.
Lui: Ovviamente io, in maniera anche abbastanza decisa, perché lei era spaventata dalla differenza d'età. Vedeva in me il ragazzino che riusciva a farla stare bene, che gli dava quella frizzantezza che da persone della sua stessa età non riusciva a percepire.
Cosa ti ha attratto di lui/lei?
Lei: Io dico sempre che lui è un vecchio dentro, ma in senso buono! Nel senso che per certe cose, a volte, sembro più piccola io!
Lui: Mi ha colpito la sua storia: Miriam ha perso il suo fidanzato, con cui era stata dieci anni, in un incidente stradale. Mi ha impressionato il modo in cui ha saputo affrontare questo evento.
Cosa hai pensato quando lui ti ha detto di essere più piccolo?
Lei: Non ho mai creduto che la nostra storia potesse evolversi, ma la cosa è cresciuta sempre in maniera positiva. Il nostro primo bambino è arrivato dopo solo 12 mesi che ci conoscevamo.
Cosa hai pensato quando lei ti ha detto di essere più grande?
Lui: Che non avrebbe mai voluto avere una storia con me, figuriamoci sposarci! D'altra parte ero spaventato, ma cosciente di cosa stavo facendo. Non temevo il giudizio, anche se non era facile tornare a casa e parlarne con i genitori o con gli amici, anche se sei fiero e felice di questa storia.
Hai mai pensato che la differenza di età potesse impedirti di piacergli/le?
Lei: Io l'ho sempre pensato, ma con l'arrivo del primo figlio mi sono rasserenata. Abbiamo avuto anche molto sostegno da parte delle nostre famiglie.
Lui: No, avevo solo il timore che la differenza d'età non mi avrebbe aiutato a conciliare le mie amicizie con le sue amicizie. Vedevo l'ostacolo nell'amalgamarmi con le sue realtà, anche se parliamo di ragazzi e ragazze che sono carissimi amici che partivano da 30 anni fino a 45 anni. Io, ragazzino emergente, andavo a incontrare un mondo di gente adulta, che già lavorava o aveva avuto esperienze fuori dalla città. Avevano tante cose in più, ma io sapevo che potevo dare a lei qualcosa che quel mondo non le dava o di cui non era soddisfatta.
Quali sono le cose che lui/lei cita e di cui tu non hai la minima idea di cosa siano?
Lei: (ride) Dopo 10 anni, ci siamo riequilibrati!
Lui: Lei vedeva la Pimpa, io Dragonball. Il primo film che abbiamo visto insieme e che lei amava moltissimo, è stato Seta: non ne avevo mai sentito parlare. Questa cosa mi ha fatto capire che non dovevo farmi superare dal tempo, che dovevo correre più veloce per recuperare tante cose.
Ci sono stati dei momenti in cui hai sentito che la differenza d'età era un problema?
Lei: Quando ho partorito la prima volta. Luca aveva solo 23 anni e, quando ho partorito mi sono sentita sola, ma è stata una mia sensazione. Con il secondo figlio è stato tutto diverso.
Lui: Quando ho iniziato a correre per colmare le differenze e pensavo di non potercela fare. Ho capito che il mondo del bambino doveva essere chiuso e che si aprivano altre questioni: cercarsi un lavoro, tenersi quel lavoro, avere delle responsabilità che prima erano di mia madre o mio padre. All'inizio questo mondo mi ha spaventato, ma l'ho affrontato a testa alta, anche grazie all'aiuto della famiglia.
Quali sono le difficoltà nel parlarne con i parenti e amici?
Lei: Nessuna, i miei sono stati subito molto felici. Luca è piaciuto subito a tutti. Ci sono ancora delle amiche che si stupiscono di come la nostra storia sia cresciuta, che mi ricordano di quando dicevo che non sarebbe mai andata bene, ma che oggi guardano la mia famiglia con ammirazione. Ho perso altre amiche, ma solo per aver cambiato giro, non per il giudizio.
Lui: Tornare a casa e comunicarlo non è stato semplice. All'epoca ero ancora uno studente universitario e io stavo stravolgendo le previsioni che i miei genitori avevano fatto per me. Non è stato facile, non perché avessi paura di raccontare questa cosa bella che stava accadendo, ma perché in quel momento avevo paura del loro giudizio e della loro reazione. In molti amici ho trovato conforto e affetto, in altri ho trovato dei muri. Cercavano di farmi capire che avevo bruciato le tappe, ma io sono da sempre convinto che non bisogna per forza fare delle cose a 20 anni e delle cose a 25. Alla fine la vita ti stravolge tutto. Ti puoi trovare a 40 anni con tutti i titoli di studio del mondo, un gran lavoro, ma senza una donna accanto che ti ama e una famiglia bellissima, come quella che ho oggi, a 33 anni. Con alcuni amici, che mi avevano ferito con i loro giudizi, non ci siamo parlati per un annetto. Ma quando ci siamo incontrati in circostanze per loro dolorose, un abbraccio ha sciolto tutto il tempo passato in silenzio.
Qual è il vostro ricordo preferito della vostra storia assieme?
Lei: La giornata in cui sono tornata a casa e l'ho trovato che suonava una canzone per me con la sua pianola storica. Non ricordo il titolo, ma la scena sì.
Lui: Il suo profumo, che aveva e che non usa più. Mi ricorda la frase della ricerca, del tentarla, provocarla. E poi c'è questo manuale, dove ogni giorno scrivevamo un pensiero su quello che succedeva. Ora non lo facciamo più, ma mi piace rileggerlo.
Qual è il vantaggio di stare con un uomo più piccolo?
Lei: La leggerezza. Io sono quella quadrata, razionale: la sua leggerezza mi stacca dalla routine professionale.
Qual è il vantaggio di stare con una donna più grande?
Lui: Hai una persona più grande che in determinate situazioni ti aiuta a riflettere.
Qual è lo svantaggio di stare con un uomo più piccolo?
Lei: A volte mi sembra che mi manchi quel “di più” che una persona più adulta avrebbe potuto darmi. La differenza c'è ogni tanto, io la noto. Ma, come dice Luca, stiamo crescendo insieme.
Qual è lo svantaggio di stare con una donna più grande?
Lui: Che lei ha già fatto tante esperienze, viaggi, tante cose... Quando andavamo a ballare lei era già abituata, io mi affacciavo per la prima volta.
Secondo voi perché i rapporti sentimentali oggi durano sempre di meno?
Lei: Secondo me perché si lasciano tentare dalle cose esterne. A me basta quello che ho, non vado altrove a cercare qualcosa che mi tenti, e per questo non sono in crisi.
Lui: Non si riescono più a sopportare i difetti dell'altro.
Il consiglio che dai a qualcuna che si trova davanti a un ragazzo più piccolo
Lei: Consiglio di provare, almeno questo. Se son rose fioriranno.
Lui: Se le sensazioni, se i profumi sono quelli che ho sentito io, bisogna solo buttarsi, buttarsi a capofitto.
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