Psiche
Psiche

Chiedi scusa troppo spesso? Forse soffri della sorry syndrome

Passi il tempo a chiedere scusa al mondo, anche quando non dovresti? Forse potresti essere nel loop della sorry syndrome: ecco in cosa consiste la sindrome del dispiacere. 

Passi il tempo a chiedere scusa al mondo, anche quando non dovresti? Forse potresti essere nel loop della sorry syndrome: ecco in cosa consiste la sindrome del dispiacere. 

Chiedere scusa non è sempre semplice. Molto spesso, l'orgoglio, la pretesa di avere ragione, la mancanza di empatia ci impediscono di compiere un gesto così banale, portatore sano di benessere, sollievo, conforto. Ci sono, però, alcuni casi in cui ci si ritrova a scusarsi continuamente: questa abitudine così radicata potrebbe essere l'indicatore di qualcosa di più profondo. Potresti infatti soffrire della cosiddetta “sorry syndrome”: vediamo di cosa si tratta e cosa puoi fare per liberartene.

Cos’è la sorry syndrome

La sorry syndrome, ovvero la sindrome del dispiacere, si verifica quando chiediamo scusa in modo eccessivo, incessantemente, anche per quelle azioni che sono fuori dal nostro controllo e quelle per le quali non crediamo di essere in torto.

Per esempio, inizi mai una conversazione con la frase «Scusa se ti disturbo?», oppure chiedi scusa per un comportamento altrui o a un oggetto inanimato (tipo quando fai cadere qualcosa per terra senza romperla), insomma per una situazione in cui non sarebbe del tutto necessario?

Nel momento in cui le scuse diventano il nostro pane quotidiano, rendiamo la nostra comunicazione più debole e, al contempo, incriniamo la fiducia in noi stessi. Le scuse si svuotano, perché diventano superficiali e creano un meccanismo nel quale diamo meno valore ai nostri bisogni e alle nostre convinzioni. Ma ci sono diverse cose che puoi fare per uscire da questo schema.

Perché chiedi scusa troppo spesso?

Le ragioni per le quali potresti essere “naturalmente” portato/a a chiedere scusa in continuazione possono essere molteplici. Alla base, ci sono diversi fattori psicologici, sociali e culturali.

Tra le motivazioni psicologiche, si possono citare:

  1. bassa autostima: si ha paura delle reazioni degli altri e si è insicuri delle proprie idee e opinioni. Le scuse diventano un modo per ricevere l’approvazione altrui;
  2. ansia sociale: la paura del giudizio porta a chiedere sempre scusa per ridurre al minimo la possibilità di uno scontro;
  3. tendenza al perfezionismo: le scuse sono un mezzo con cui si sta più che altro chiedendo perdono a sé stessi per non aver raggiunto un determinato obiettivo.

Da un punto di vista sociale, invece, le scuse eccessive e immotivate potrebbero essere un modo per mettere in evidenza umiltà e gentilezza, ma la sorry syndrome potrebbe anche essere legata al proprio vissuto familiare e/o relazionale, in cui le scuse sono sempre servite a evitare i conflitti e mantenere la pace.

La sorry syndrome colpisce di più le donne?

Sebbene non ci siano dati a conferma del fatto che la sorry syndrome sia una roba da donne, possiamo comunque indagare alcuni aspetti socioculturali che portano molte esponenti del sesso femminile a essere le prime supporter della sindrome del dispiacere.

Molte di noi sono state educate a essere accomodanti e garbate, quindi a chiedere scusa con una frequenza maggiore rispetto a tanti uomini proprio per evitare contrasti nelle relazioni interpersonali.

La convinzione che una donna debba essere più gentile e collaborativa, poi, è un po’ il retaggio della cultura dominante, nella quale siamo immersi/e da capo a piedi, e in cui il patriarcato non fa da sfondo, ma scrive buona parte delle sceneggiature della nostra vita quotidiana.

Come liberarsi dal problema

Chiedere scusa in maniera insistente, anche quando non ce ne sarebbe affatto bisogno, dunque, può essere la spia e la combinazione di tanti "ingredienti" diversi, i quali, messi insieme, creano un amalgama che ha effetti negativi sulla propria individualità.

L’eccessivo dispiacere genera un’immagine di noi indebolita. Gli altri ci percepiscono come persone insicure, incapaci di dimostrare il proprio valore, oppure ci considerano irritanti, perché le nostre scuse, perenni come ghiaccio, possono apparire poco autentiche.

Quello che potresti cercare di fare per riappropriarti del tuo spazio e non dipendere dai pareri degli altri, è partire proprio dal linguaggio. Invece di chiedere scusa per avere chiesto scusa, scusati soltanto dopo aver risposto a questa domanda «ho bisogno di essere perdonata/o?».

O ancora, trasforma la tua prossima scusa in gratitudine. Al posto di «scusa per il ritardo», riformula la frase e prova a dire «ti ringrazio per la tua pazienza». Si tratta di un esercizio costante, che diventa più automatico man mano che lo si mette in pratica (e per il quale, se ne senti il bisogno, potresti anche chiedere un supporto terapeutico).

Foto di apertura: Immagine Freepik