L'ultimo film dello scomparso Carlo Mazzacurati, una commedia senile svedese, la seconda parte dell'opera-scandalo di Lars von Trier.
L'ultimo film dello scomparso Carlo Mazzacurati, una commedia senile svedese, la seconda parte dell'opera-scandalo di Lars von Trier.La sedia della felicità: Carlo Mazzacurati, grande decano del cinema italiano, si è spento il 22 gennaio di quest'anno all'età di 57 anni.
Tra i suoi film più memorabili e più celebrati ricordiamo Vesna va veloce, La lingua del santo, La giusta distanza, La passione.
La pellicola che esce postuma in sala rappresenta dunque il suo testamento artistico, e non caso si tratta di una commedia molto leggera, priva degli scarti realistici tipici della produzione dell'autore.
I protagonisti Isabella Ragonese e Valerio Mastandrea, estetista lei e tatuatore lui, per uno strano gioco del caso si ritrovano alla ricerca di una sedia in cui una cliente della ragazza ha nascosto prima di morire un'ingente fortuna in gioielli.
Alla pellicola partecipano anche molti attori famosi quali Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Raul Cremona, Milena Vukotic, Silvio Orlando, Antonio Albanese e Natalino Balasso.
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve: tratto dal bestseller di Jonas Jonasson che ha avuto un enorme successo letterario, il film di produzione svedese si prefigge l'obiettivo di replicarne l'exploit al cinema.
L'adattamento di Felix Herngren viaggia su un doppio binario, entrambi incentrati sull'attempato Allan interpretato da Robert Gustafsson (attore molto famoso in patria).
Fuggito dall'ospizio in cui si trova proprio nel giorno del suo centesimo compleanno, lo svagato Allan si ritrova per caso tra le mani una valigetta piena di soldi.
Mentre decide cosa fare del bottino, inseguito da un boss criminale, gli spettatori vedranno momenti del suo straordinario passato, vissuto da protagonista della storia del Novecento, un po' come successo a Forrest Gump.
Nymphomaniac Vol. II: il controverso cineasta danese Lars von Trier ritorna con il secondo capitolo della sua opera più programmaticamente scandalosa, da lui stesso definita al limite del film a luci rosse.
In realtà, come spesso avviene per questo curioso personaggio, la storia della vita della ninfomane “per scelta” Joe (Charlotte Gainsbourg) è un modo per far discutere su alcuni argomenti molto seri.
Tra i tanti interrogativi dell'ultima e più forte parte della magniloquente pellicola figurano il confine tra amore e sesso, l'esplorazione dell'immaginario erotico femminile e una difesa dello stesso cinema dell'autore.