Greci, romani e normanni: la lunga storia di Scolacium, in Calabria
Greci, romani e normanni: la lunga storia di Scolacium, in CalabriaBorgia: un nome che evoca celebri papi e grandi personaggi che, tra il XV e il XVI secolo, hanno contribuito direttamente a scrivere importanti pagine della storia d’Italia, e che, tuttavia, ancora oggi, sono noti soprattutto per gli oscuri intrighi e i veleni che li hanno coinvolti e che li hanno resi protagonisti, loro malgrado, di numerosi libri, film e serie televisive dei giorni nostri.
Ma forse non tutti sanno che Borgia è anche il nome di un borgo della provincia di Catanzaro, chiamato così dal principe di Squillace Giovanni Battista Borgia, un pronipote di papa Alessandro VI, il quale decise di fondare questo centro abitato nel 1547. Le origini del territorio, tuttavia, risalgono a molti secoli prima di questa data, come ci testimoniano i resti situati nella piccola frazione di Roccelletta di Borgia e appartenenti all’antica colonia romana di Scolacium.
La città sorse con il nome di Minervia Scolaciumnel 123-122 a.C. per volere del tribuno della plebe Gaio Gracco sulla precedente colonia greca di Skylletion, la quale, secondo la tradizione, fu creata dall’eroe ateniese Menesteo o, secondo quanto afferma Cassiodoro (che proprio a Scolacium nacque e morì nel V-VI secolo), dal mitico Ulisse, nel corso del suo lungo viaggio di ritorno dalla guerra di Troia.
Dopo un periodo di crisi coincidente con l’età flavia, tra il 96 e il 98 d.C. l’imperatore Nerva decise di riqualificare la città, che godeva ai tempi di una fortunatissima posizione sul Mediterraneo, attraverso la ristrutturazione degli edifici preesistenti e l’avvio di nuove opere pubbliche. Scolacium continuò così a prosperare, fino all’esplosione della terribile guerra greco-gotica (535-552), in seguito alla quale essa venne progressivamente abbandonata dai suoi abitanti, che preferirono rifugiarsi in posizioni più arroccate e difendibili.
Il Parco archeologico di Scolacium, che si estende su un’area di 35 ettari, per lo più coperti da ulivi secolari, nasce proprio dagli scavi che portarono al riemergere di questa città e comprende numerose resti archeologici che testimoniano la complessa e variegata storia del sito: dalla colonizzazione greca all’età romana tardo-repubblicana e imperiale, dall’epoca bizantina a quella normanna.
Una volta fatto il proprio ingresso nel parco, si viene immediatamente accolti dall’imponente architettura in laterizi della basilica di Santa Maria della Roccella, in stile romanico ma con forti influssi arabeggianti e bizantini. L’altissimo edificio, che raggiunge una lunghezza approssimativa di 73 m, fu costruito dai normanni tra l’XI e il XII secolo e presentava originariamente una pianta a croce latina, una copertura lignea e grandi finestroni per illuminare l’ampia aula interna; oggi se ne possono osservare solo alcune rovine (parte delle mura perimetrali, dell'abside e della facciata ovest della chiesa), eppure la sua struttura maestosa non cessa mai di stupire i visitatori per il forte senso di sacralità che trasmette.
Proseguendo il cammino si raggiungono i resti dell’antico nucleo della Scolacium romana nel quale ferveva la vita cittadina,con il centro abitato, l’ampio Foro rettangolare, circondato dagli edifici amministrativi, commerciali e di culto, e il teatro per le rappresentazioni di commedie e tragedie, edificato sfruttando il pendio della collina retrostante. A una certa distanza da questo centro, si trova l'anfiteatro romano, l’unico rinvenuto in Calabria e uno dei pochissimi presenti nell’Italia meridionale; costruito in età imperiale per ospitare spettacoli gladiatori e venationes, quest’anfiteatro dalle dimensioni ragguardevoli poteva ospitare tra i 9500 e i 12000 spettatori, che accorrevano anche dalle città vicine per assistervi.
Superata, poi, la necropoli bizantina posta sulla parte opposta della collina che ospita le gradinate dl teatro, si arriva, infine, al Museo archeologico. Inaugurato nel 2005, esso illustra la lunga storia dell’area di Scolacium attraverso pannelli esplicativi, ma, soprattutto, grazie ai numerosissimi reperti archeologici che vi sono esposti, risalenti a un arco temporale compreso tra il VI sec. a.C. al VI d.C.; tra essi si segnala un avambraccio bronzeo dalle proporzioni gigantesche, probabilmente appartenente ad una statua colossale, ormai scomparsa, dell’imperatore Nerva, che dominava l’antica città affacciata sulle acque dello Ionio.