L'isola di Pantelleria, tra sorgenti termali, sole e preistoria
L'isola di Pantelleria, tra sorgenti termali, sole e preistoriaPantelleria si trova nel canale di Sicilia, più o meno 100 km a sud-ovest di capo Granitola e a circa 70 km dalle coste africane dalla Tunisia. È la quinta per estensione fra le isole italiane, ha una superficie di 83 km². Di natura vulcanica, ha forma pressoché ovoidale e una morfologia contrastata: il rilievo principale è la Montagna Grande, alta 836 metri, che domina con la sua lunga cresta tutta l’isola; le coste sono per lo più alte e rocciose.
L’ultima eruzione vulcanica, avvenuta in prossimità della costa nordoccidentale, risale all’ottobre 1891; diffuse sono invece le manifestazioni postvulcaniche, quali i getti di vapore acqueo, noti col nome di favare, le emanazioni di vapore in grotte dette stufe o bagni asciutti, le mofete, esalazioni di anidride carbonica, e le sorgenti termali contenenti silice e carbonato sodico. Purtroppo in quest’isola mancano totalmente le sorgenti di acqua potabile.
Per raggiungere questo piccolo paradiso vi sono comunicazioni, via mare, con Trapani e con Lampedusa e un aeroporto. Il centro principale dell’isola è l’omonimo centro Pantelleria, sul versante nordoccidentale del monte Sant’Elmo, in un’insenatura della sponda settentrionale; altri centri sono Scauri a sud-ovest e Khamma a nord-est.
Nell’abitato del comune di Pantelleria, pressoché interamente ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, a dominio del pittoresco porto, si trova il castello in pietra lavica detto ‘Barbacane’, un severo maniero di origini normanne formato da un corpo a pianta irregolarmente quadrangolare con corte interna, cui si unisce una torre quadrata che in origine doveva essere separata. Le principali opere d’arte di arredo mobile si trovano nel Santuario della Margana, dove è possibile ammirare un pregevole crocifisso ligneo di scuola siciliana e una icona di aspetto bizantino, ma più volte ridipinta, raffigurante la Vergine che allatta il Bambino. Sparsi per tutta l’isola, spesso raggruppati in piccoli nuclei, sono i cosiddetti ‘dammusi’, abitazioni costruite con spessi muri in pietra e coperte da tetti a cupola per favorire la raccolta dell’acqua piovana e il mantenimento all’interno di una temperatura gradevole tutto l’anno.
Una località interessante è Bagno dell’Acqua, a circa 6 km dal paese di Pantelleria. Si tratta di un laghetto costiero all’interno di un cratere spento, alimentato da correnti sotterranee che ne scaldano l’acqua.
Poco a sud-ovest di Pantelleria, nella zona detta delle ‘Cimele’, sono i resti dell’abitato preistorico di Mursia, con basamenti di capanne e poderose mura ciclopiche, sulle ‘cuddie rosse’. Cuddia infatti è il nome dato ai crateri spenti dell’isola. Nei dintorni vi sono i cosiddetti ‘sesi’, monumenti funerari megalitici a terrazze affini ai nuraghi sardi, di cui il più monumentale, il cosiddetto ‘sese grande’ o ‘del Re’, misura dieci metri di altezza e venti di diametro; al suo interno sono ricavate tredici gallerie collegate con le camere sepolcrali, di cui la più profonda misura sette metri. Sui colli San Marco e Santa Teresa vi sono resti di fortificazioni probabilmente collegabili all’antica città greca di Cossyra.
Il clima assolato e la fertilità del terreno lavico di cui è costituita l’isola hanno favorito l’agricoltura e in particolare la viticoltura specializzata della pregiata uva zibibbo, che alimenta l’industria enologica. Si tratta in particolare di vini da dessert o da abbinare ai formaggi. Le varietà sono: il Pantelleria bianco, ottimo anche come aperitivo; il Moscato di Pantelleria, ideale con la pasticceria secca; il Passito di Pantelleria e il Moscato dorato, entrambi da accompagnarsi a formaggi erborinati e cassata siciliana; il Moscato spumante adatto ai dolci da forno. Vini da meditazione sono il Moscato liquoroso e il Passito liquoroso, entrambi di colore giallo più o meno intenso. Un’altra coltivazione che è tipica dell’isola e produce risultati rinomati è quella dei capperi e dei fichi.
Lo splendido paesaggio, quasi incontaminato, le coste frastagliate e le isolate cale, le acque termali e le manifestazioni vulcaniche attirano nella bella stagione un consistente flusso turistico.